Napoli, 2 ottobre 2022 - C'era una volta la trappola Ivan Juric: stavolta per abbattere la resistenza della squadra del tecnico croato, il Torino, al Napoli basta meno di un tempo. Merito, come già successo finora in stagione, sia del gruppo sia dei singoli.
Il bluff di Spalletti
Impossibile scindere le due cose: Anguissa si prende la copertina, ma senza l'abilità generale di saper scovare e sfruttare i punti deboli dei granata forse il camerunese avrebbe fatto più fatica a perforare la difesa ospite nel giro di pochi minuti. E dire che alla vigilia uno dei timori principali di Luciano Spalletti era legato ai possibili inserimenti dei centrocampisti del Torino. Quasi come a un tavolo di poker, il tecnico toscano bluffa e punisce Juric con una delle sue armi preferite: il resto lo fanno Kvaratskhelia, che si dimostra quasi imprendibile a campo aperto e una difesa che supera un esame forse più ostico di quanto sia sembrato a bocce ferme. E' un po' ciò che fanno le grandi squadre: rendere (all'apparenza) semplici le cose difficili. Succede così che la tanto temuta pressione uomo su uomo del Torino diventa terreno fertile per le scorrazzate del Napoli, che gioca di prima per eludere la trappola di Juric e si costruisce in questo modo un vantaggio netto che vacilla solo in chiusura del primo tempo, quando Sanabria prima segna e poi sfiora una doppietta che avrebbe potuto cambiare il corso dell'intera gara. La riprova non arriverà mai, ma l'impressione è che questo Napoli sarebbe stato comunque in grado di ingranare di nuovo le marce nella ripresa in caso di necessità: si tratta di un altro punto di rottura con il passato, quando erano gli azzurri a subire i ritmi di gioco degli avversari.
Esame Ajax
Insomma, tutto funziona dalle parti di Fuorigrotta: anche il turnover che consente ai big di rifiatare in vista della trasferta in casa dell'Ajax, forse l'appuntamento di Champions League più insidioso per gli azzurri. Impossibile vedere Osimhen ad Amsterdam: ancora una volta in attacco avrà luogo la staffetta tra Raspadori e Simeone, con quest'ultimo in rampa di lancio per partire dall'inizio. Al di là dei singoli il Napoli, a proposito di ritmi degli avversari, dovrà dimostrare di reggere l'urto di una formazione per certi aspetti simile a quella di Spalletti, chiamato ancora una volta a studiare le contromisure. Già, Spalletti, il burattinaio di cui spesso passano troppo in sordina i meriti: un po' l'opposto rispetto a quanto succedeva con un altro allenatore toscano transitato a Fuorigrotta.
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