Quasi come per crearsi nuovi stimoli il Napoli, prima di ogni appuntamento, parla di esame decisivo e complicato: l'ultimo in ordine cronologico si chiamava Torino. L'esito? Un roboante poker che avvicina ulteriormente il sogno scudetto. I protagonisti? Tanto per cambiare, i soliti Victor Osimhen e Khvicha Kvaratskhelia.
I numeri di Kvara
Nessuna dimenticanza per Tanguy Ndombele, l'uomo che ha chiuso la goleada di ieri, nonché la dimostrazione vivente di quanto la panchina azzurra, lunga e ricca di alternative, sia stata una delle armi più affilate a disposizione di Luciano Spalletti. Semplicemente e banalmente, il gol del francese è l'ennesimo cioccolatino confezionato da Kvara, che segna, fa segnare e dà spettacolo: praticamente tutto ciò per cui i tifosi, specialmente quelli del Napoli, pagano il biglietto di una partita di calcio. Eppure, l'impressione generale è che il georgiano, al suo primo anno nel calcio che conta, non abbia ancora dato fondo al suo intero potenziale: guai quindi a parlare di un ormai ex carneade che ha beccato la cosiddetta stagione di grazia, anche se qualsiasi riscontro in tal senso lo si avrà solo nel prossimo futuro, verosimilmente ancora in azzurro. Prima però ci si può solo attenere a un presente di platino, impreziosito da 14 reti e 16 assist in 30 presenze: una 'doppia doppia' che, insieme alle considerazioni prettamente estetiche già esposte, fanno di Kvaratskhelia uno dei profili più richiesti sul mercato, con un valore che in pochi mesi è aumentato di circa 6 volte. Tutto molto interessante, ma non per Aurelio De Laurentiis: il patron non ha nascosto che, a fronte di offerte irrinunciabili, nessuno è incedibile, ma l'intenzione, almeno sulla carta, è blindare il nuovo idolo del Maradona e costruire in intorno a lui la squadra che, a meno di crolli ormai neanche più immaginabili, l'anno prossimo dovrà difendere il titolo.
I numeri di Osimhen
Più complicato decifrare il futuro di Osimhen, che a Torino ha ulteriormente ritoccato le proprie cifre da sogno: 25 reti, di cui 21 in campionato e 5 assist in 29 presenze stagionali. Numeri che, tra le altre cose, valgono altri bonus contrattuali raggiunti dal nigeriano, i cui dubbi per l'estate riguardano innanzitutto questo aspetto: con una scadenza fissata al 2025 è impossibile anche per un presidente coriaceo come De Laurentiis non ascoltare offerte da un mercato che si preannuncia molto attivo in particolare dal fronte Premier League. Senza neanche nasconderlo troppo, Osimhen non ha mai nascosto il proprio obiettivo di approdare appunto nel campionato più ricco e forse più prestigioso del mondo: dichiarazioni che in altri tempi avrebbero indispettito non poco una piazza notoriamente intransigente come quella partenopea. Stavolta però tutto è diverso, a cominciare da uno scenario in classifica che è soltanto il preludio a una meta inseguita disperatamente ormai da decenni: con il nigeriano come trascinatore principale di questa cavalcata, qualsiasi affermazione può per il momento passare in secondo piano.
Osimhen come Gilardino
In primo piano al momento c'è - com'è giusto che sia - solo il Napoli: nei singoli e nel suo collettivo. Un mix letale da cui scaturisce l'eccellente +19 sulla seconda in classifica, che da ieri è la Lazio e non più l'Inter. Cambia qualcosa dalla prospettiva della fortissima capolista? Forse no o forse sì, perché con i biancocelesti, al netto della sconfitta del Maradona, sono stati già disputati entrambi gli incontri in campionato, mentre con i nerazzurri manca all'appello la gara di ritorno. Insomma, avere la Lazio e non l'Inter alle proprie spalle, a distanza di sicurezza, potrebbe essere ancora meglio per il Napoli, che però veleggia a una tale andatura da non doversi più preoccupare di quelli che sono ormai diventati dei semplici dettagli. Sotto la furia degli azzurri è caduto anche un Torino compatto e coeso, almeno nelle prime battute dell'incontro. La cortina eretta dai granata è durata il tempo di mandare a fare un giro dalla bandierina Piotr Zielinski, uno che in questo momento ha il piede caldissimo: da questo piede parte l'assist perfetto per l'ennesima incornata vincente di Osimhen, diventato un vero e proprio specialista del gioco aereo. Il nigeriano si sarebbe ripetuto di testa nel corso della ripresa dietro suggerimento di un ottimo Mathias Olivera, apponendo così il suo nome accanto a quello di uno dei migliori bomber dell'era recente: Osimhen come Alberto Gilardino, che nel 2009/10 mise a referto due doppiette di testa nell'arco dello stesso campionato. Il tutto con diverse partite del torneo ancora da disputare. Insomma, non male per un attaccante che, appena sbarcato nel capoluogo campano, si mostrava carente in questo fondamentale a dispetto di una fisicità sulla carta idonea.
La possibile data dello scudetto
Anche in questi progressi c'è la mano di Spalletti, che aveva dichiarato a chiare lettere l'intenzione di valorizzare ulteriormente il nigeriano. Missione compiuta, per la gioia del diretto interessato e del Napoli, che sale a quota 30 vittorie complessive in stagione e si presenta alla sosta in una condizione di totale serenità. Il passatempo preferito di questa pausa sarà ipotizzare la data dello scudetto matematico, ad oggi distante appena 5 successi: il giorno buono potrebbe essere il 30 aprile, quando al Maradona è in programma il derby con la Salernitana in occasione del 32esimo turno di Serie A. In quel momento alla conclusione del campionato mancheranno 6 giornate che verosimilmente il Napoli vivrà da spettatore di se stesso e delle sue gesta, con il gruppo intento a macinare gioco e i singoli a ritoccare ulteriormente i propri numeri da sogno. Se questo è lo scenario in campionato, in Champions League la musica cambierà e non solo con riferimento al noto jingle che suona prima delle partite: sull'altro fronte tutto si azzera, anche l'attuale gap in Serie A che separa la capolista dal Milan (23 punti). Il monito lo ha lanciato Spalletti in persona e stavolta c'è da giurarci che dietro non ci sia alcuna voglia di giocare di pretattica.