Lunedì 25 Novembre 2024
GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
Calcio

Napoli, tutti pazzi per Osimhen: la base d'asta e i possibili sostituti

Per meno di 100 milioni nessuna offerta sarà ascoltata: sul taccuino di De Laurentiis svetta in pole Hojlund

Victor Osimhen (Ansa)

Victor Osimhen (Ansa)

Napoli, 21 marzo 2023 - Ogni rosa ha le sue spine: anche quelle in 'maschera'. Ogni gol di Victor Osimhen (e siamo già a quota 25 in stagione) fa festeggiare il Napoli, avvicinandolo sempre di più al sogno scudetto ma, nello stesso tempo, apre scenari agrodolci in ottica mercato. Le redini in questo settore sono come sempre nelle salde mani di Aurelio De Laurentiis, ma in questo caso a depotenziare in parte il quartier generale di Castel Volturno ci pensa la delicata situazione contrattuale del capocannoniere del campionato.

La richiesta

Con una scadenza piuttosto vicina (giugno 2025) è impossibile negare in modo categorico la possibilità che a fine stagione, seppur con il tricolore cucito sul petto e senza dimenticare il promettente cammino tuttora in corso in Champions League, il nigeriano possa salutare e migrare altrove: magari proprio in quella Premier League cercata, desiderata e voluta senza neanche nasconderlo troppo. Se il potere contrattuale non pende dalla parte del Napoli, quest'ultimo può rifarsi decidendo la soglia di prezzo sotto la quale non scendere per aprire alla cessione: cifre precise ad oggi, con ancora una bella fetta di stagione da disputare, non ne esistono, ma quel che è certo è che 100 milioni non basteranno. Sempre ammesso che da qui a giugno, magari nell'enfasi totale del delirio scudetto, De Laurentiis non sorprenda tutti con il colpo a effetto che sognano i tifosi: una proposta monstre di rinnovo per blindare il beniamino di casa. In realtà lo scenario non è così surreale, con il patron che potrebbe mettere sul piatto uno stipendio da 7 milioni derogando così in via del tutto eccezionale ai paletti economici fissati per garantire la piena salute del proprio club, diventato un modello da emulare per tutti gli altri. Poca spesa e massima resa: l'eccezione è proprio Osimhen, che nell'estate 2020 costò complessivamente circa 81 milioni. Un salasso che all'epoca fu accolto con scetticismo dalla piazza, che spulciò tra le statistiche del nigeriano nelle sue precedenti avventure tra Lille, Charleroi e Wolfsburg e non trovò quei riscontri attesi per brindare al grande colpo di mercato che giustificasse quell'esborso.

La crescita

Il resto è storia nota e non si può neanche parlare né di una storia partita con il piede giusto né sotto i migliori auspici. Tra ripetute positività al Covid, con i retroscena di qualche festa di troppo fatta in patria e altrettanto frequenti infortuni (muscolari ma soprattutto traumatici, come quello al viso dopo l'impatto choc con Milan Skriniar), l'avventura del classe '98 nel capoluogo campano è stata un crescendo lento ma inesorabile fino ai fasti dei giorni d'oggi. Impossibile non citare il lavoro certosino svolto da Luciano Spalletti, che ha plasmato il fisico, la tecnica e anche la testa del proprio bomber. Già, la testa: da punto debole, in ogni senso, è presto diventata l'arma migliore di Osimhen, letale in campo e disciplinato fuori. Il nigeriano, in particolare da questa stagione, sembra aver fatto quello scatto anche mentale che gli era stato richiesto in modo più o meno velato: incanalare tutte le energie sul rettangolo verde e sulla missione di segnare gol a raffica, ignorando le provocazioni degli avversari e qualsiasi altra fonte di distrazione. Numeri alla mano, anche sotto questo aspetto Spalletti e il Napoli hanno vinto la propria partita.

I possibili sostituti

Il tecnico toscano può invece decisamente poco sul fronte mercato e non solo perché, a sua volta, c'è ancora bisogno di parlare del proprio futuro a lungo termine. Il rischio concreto di perdere Osimhen poco dopo aver stappato lo spumante per il terzo scudetto della storia del club partenopeo esiste, così come notoriamente negli uffici di Castel Volturno esiste una progettualità quasi perfetta. In caso di addio del nigeriano, la lista dei possibili sostituti è lunga e di tutto rispetto. In pole c'è Rasmus Hojlund, uno che ha dimostrato di avere la stoffa per essere decisivo in Serie A e tra l'altro in un contesto, quello dell'attuale Atalanta, non proprio idilliaco come nei giorni d'oro. Restando nel massimo campionato italiano, piace anche Beto dell'Udinese: piace, sì, ma forse non al punto da poter ricevere gli eventuali pesantissimi gradi di erede di Osimhen. Curiosamente il Napoli potrebbe pescare ancora dal Lille per arrivare a Jonathan David: la società francese è però notoriamente una bottega molto cara e lo è a maggior ragione dopo l'operazione che portò nel capoluogo campano proprio Osimhen. Operazione che, è bene ricordarlo, potrebbe tornare in auge nei prossimi mesi per motivi decisamente extracalcistici. Meglio volare più bassi, almeno sotto il profilo economico, puntando Armand Laurienté, l'uomo che nelle ultime settimane ha trascinato il Sassuolo dalle zone pericolose della classifica a quelle decisamente più lusinghiere e interessanti. Chiude la rassegna il profilo forse più suggestivo e impegnativo e non solo per la mole fisica del diretto interessato: Adama Traoré e il suo contratto in scadenza il 30 giugno 2023 stuzzicano l'appetito di diversi club, tra cui ovviamente un Napoli che fiuta l'affare a costo zero. Gli ultimi due profili, al netto di un esborso minore e di due giocatori molto duttili che in attacco sanno fare (quasi) tutto, riguarderebbero principalmente le corsie esterne, dove resta in bilico Hirving Lozano.

Le dichiarazioni di Lobotka

 

 

Chi non si muoverà da Napoli, specialmente dopo il fresco rinnovo, è Stanislav Lobotka, secondo miglior giocatore slovacco dell'anno alle spalle di Skriniar. Poco male per il regista letteralmente rinato grazie alla cura Spalletti, come prontamente sottolineato ai microfoni di Sport24. "A differenza del precedente allenatore, il mister ha subito creduto in me e questa fiducia mi ha fatto sentire subito bene". Da qui a ipotizzare a inizio stagione una vetta della classifica così solida però ce ne passa. "Non mi aspettavo un cammino del genere: siamo felici e dobbiamo continuare così". Merito anche di un certo Khvicha Kvaratskhelia. "Non lo conoscevo e forse non ero il solo: probabilmente era famoso solo in patria - ammette Lobotka - ma oggi sta dimostrando a tutti di che pasta è fatto".

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