Napoli, 1 luglio 2022 - Il fatidico giorno, quello più temuto dai tifosi, è arrivato: da oggi le strade del Napoli e di Dries Mertens si sono ufficialmente divise. Quella che in casi normali viene vista come la fisiologica e naturale fine di un contratto di lavoro nel capoluogo campano assume connotati molto diversi: dal sapore della vera e propria fine di un'era.
Il trio delle meraviglie
C'era una volta l'attacco dei 'piccoletti', composto da Lorenzo Insigne, José Callejon e appunto dal belga, che chiude la sua esperienza in azzurro dopo 397 presenze, impreziosite da 148 reti e 90 assist. Ma sarà una chiusura vera e definitiva? L'impressione è che finché non arriveranno annunci e dichirazioni ufficiali o firme con altri club la speranza del lieto fine resti nel cuore dei tifosi e forse pure del diretto interessato che, non è un mistero, avrebbe voluto concludere la carriera all'ombra del Vesuvio, con la squadra di cui è da tempo il miglior marcatore in assoluto. Un bottino enorme propiziato dal talento di Mertens ma anche da quello dei suoi compagni di reparto, a lungo un autentico spauracchio per le difese avversarie: una creazione di Maurizio Sarri in seguito ricalcata dai vari allenatori passati dalle parti di Castel Volturno. Eppure, nessuno è riuscito a riprodurre quella sinfonia praticamente perfetta delle stagioni in cui il Napoli aveva sfiorato a più riprese lo scudetto tramite un gioco di fattura superiore e a tratti psichedelico. Alla fine quella creatura così bella e affascinante è stata vittima di se stessa, a testimonianza che non sempre la qualità va di pari passo con i risultati: specialmente se mancano tempra caratteriale e fisicità. Due prerogative invece molto care a Luciano Spalletti, l'eminenza grigia del Napoli 2.0 che sta per vedere la luce.
Il piano di Spalletti
In ogni reparto azzurro è atteso l'innesto di giocatori più possenti in ogni accezione possibile: già dando uno sguardo alla struttura fisica dei primi volti nuovi (Khvicha Kvaratskhelia e Mathias Olivera) si percepisce questo trend inedito per cercare di coronare il sogno scudetto attraverso un'altra via. Meno fronzoli e più concretezza per cucirsi sul petto un tricolore atteso ormai da decenni. Dovesse funzionare il piano del tecnico toscano, avallato dalle politiche di Aurelio De Laurentiis volte all'abbattimento del monte ingaggi, alla gioia di un'intera città farebbe da contraltare l'amarezza dei suddetti 'piccoletti', andati altrove forse troppo presto e senza neanche tutta la voglia e la convinzione di farlo.
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