Napoli, 21 giugno 2021 - Tanti indizi fanno una prova e così, anche alla luce dello scarso rendimento avuto finora a Euro 2020 che si somma a quello altrettanto balbettante della scorsa stagione, il Napoli si interroga sempre di più sul destino di Dries Mertens, la cui permanenza all'ombra del Vesuvio appare tutt'altro che sicura.
Flop in Nazionale
Diciamo che le incertezze che assillano il belga in questo periodo sono tante e le più attuali riguardano le scelte del ct Roberto Martinez, che per ribaltare la complicata sfida contro la Danimarca ha dovuto sacrificare proprio il miglior marcatore della storia del club partenopeo per fare spazio a Kevin De Bruyne. Questa staffetta, almeno per il momento, non è neanche ipotizzabile nel capoluogo campano, dove comunque le riflessioni su Mertens non mancano e partono da un tempo ben più lontano dell'attuale rassegna continentale. Per la precisione da giugno 2020, quando il belga ha firmato il rinnovo che lo avrebbe legato al Napoli per un altro biennio (con opzione per il terzo anno): una firma neanche tanto banale, visti i 2,5 milioni incassati dal classe '87 proprio al momento della formalizzazione dell'accordo. Il vero salasso arriva spulciando i conti di un monte ingaggi che Aurelio De Laurentiis sta facendo di tutto per abbattere, con il solo Mertens che a stagione guadagna 4 milioni netti che diventano 5 comprendendo anche i bonus: decisamente troppo per un giocatore che, complici i tanti guai fisici accusati nel recente passato, sembra un lontano parente del furetto imprendibile precedentemente ammirato all'ombra del Vesuvio.
Il piano di ADL
In realtà nel quartier generale di Castel Volturno le riflessioni sul belga sono cominciate da ben prima dell'inizio di Euro 2020, torneo che in effetti sta solo confermando quanto già emerso nell'ultima stagione: la classe e il talento di Mertens ovviamente restano immutati, come si evince dal bottino di reti e assist messo a referto in azzurro (rispettivamente 10 e 9 in 38 presenze), ma il rapporto qualità-prezzo appare sproporzionato. Tuttavia, privarsi di un leader tecnico e carismatico all'alba dell'inizio di una nuova era, quella di Luciano Spalletti, considerando pure il futuro in bilico di Lorenzo Insigne, potrebbe essere un salto nel buio. Ecco perché è più facile che dopo l'Europeo le parti si possano incontrare per decidere il da farsi sul contratto. L'idea è quella di spalmare l'ingaggio su più anni per far respirare le casse del club: di addio anticipato non se ne parla. Per il momento.
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