Napoli, 22 giugno 2021 - L'arrivo in panchina di Luciano Spalletti, dopo lo strascico di amarezza lasciata dal regno di Gennaro Gattuso, ha indubbiamente rappresentato per Alex Meret un punto di svolta per la sua avventura a Napoli: avventura che sembra destinata a durare a lungo.
Un investimento (quasi) a vuoto
Non solo la notizia del posto tra i pali garantito, con la fine della fastidiosa alternanza con David Ospina (sempre ammesso che quest'ultimo non emigri altrove): per il friulano si avvicina a grandi passi il rinnovo del contratto che attualmente lo lega al club partenopeo fino al 2023. Una scadenza non molto prossima ma nemmeno tanto lontana per chi, da oggi in poi più che mai, rappresenta il presente e il futuro della porta del Maradona. Una quasi ovvietà alla luce dei 30 milioni sborsati da Aurelio De Laurentiis nel 2018 per accaparrarsi colui che era (e ancora è) uno dei migliori prospetti italiani del ruolo: una non ovvietà invece alla luce dello scarso impiego del classe '97 per mano di Gattuso, che tra i pali ha sempre e solo visto Ospina, oggi finito in orbita Atalanta. La scelta di Ringhio, anche nei momenti d'oro della sua gestione in panchina, non è mai andata giù ai piani alti del club partenopeo: c'è addirittura chi lega proprio alle sorti di Meret una delle prime crepe di un rapporto, quello tra De Laurentiis e Gattuso, che almeno all'inizio sembrava molto solido. Il resto l'hanno fatto i risultati, decisamente troppo altalenanti per staccare il pass per la Champions League e soprattutto per far proseguire un sodalizio da cui chi ne stava uscendo con le ossa rotte era appunto Meret.
I dettagli del rinnovo
La prima boccata d'ossigeno per il friulano è arrivata con la quasi inattesa convocazione da parte di Roberto Mancini per la spedizione dell'Italia a Euro 2020: quasi inattesa giusto perché di mezzo c'erano un paio di stagioni in cui l'ex Udinese di spazio in campo ne ha trovato proprio poco. Evidentemente il suo talento non è stato dimenticato né dal ct né dai vertici del Napoli, al lavoro per prolungargli il contratto fino al 2025, con annesso aumento dello stipendio (attualmente fermo a un milione all'anno). Neanche il lieto fine della favola Meret spegne tutti i problemi del club partenopeo circa il parco portieri. Innanzitutto c'è da sistemare Ospina, per il cui cartellino, in scadenza nel 2022, l'Atalanta mette sul piatto non più di 2 milioni. Poi c'è da trovare una nuova riserva, con Luigi Sepe, chiuso a Parma dal ritorno di Gigi Buffon, in cima alla lista di Cristiano Giuntoli.
Leggi anche - Napoli, in bilico il futuro di Mertens