Napoli, 21 giugno 2020 - Sbarcato a Napoli nel 2016 con la pesante etichetta di difensore più caro della storia del club, primato poi perso 3 anni dopo appannaggio di Kostas Manolas, Nikola Maksimovic è stato protagonista di un ambientamento lento e travagliato, con tanto di parentesi in "esilio" allo Spartak Mosca. Poi l'approdo in panchina di Gennaro Gattuso ha cambiato tutto e per il serbo sono arrivati la gloria e soprattutto il posto da titolare. Mai come in questo caso si può parlare di maturazione lenta dell'ex Torino, che ha pagato anche la presenza nella rosa di mostri sacri della retroguardia come Raul Albiol e Kalidou Koulibaly. L'addio del primo e il correlato calo del secondo, più i tanti infortuni in cui è incappato Manolas nella sua prima stagione in azzurro, hanno spianato la strada a Maksimovic, che ha saputo sfruttare alla grande l'occasione diventando finalmente il faro di un reparto arretrato rimasto di colpo orfano dei suoi pilastri. Il tutto, con una situazione contrattuale molto in bilico. Già, perché il serbo è in scadenza nel 2021, ma si tratta ormai di una deadline solo formale: entro fine mese infatti il classe '91 si legherà al Napoli fino al 2024. Non solo: per lui è previsto anche un sostanzioso aumento dello stipendio, che salirà a 2 milioni netti a stagione più 300mila euro di bonus e ovviamente i premi collettivi per i risultati di squadra. Insomma, un assetto da top player per colui che, in silenzio e con tanto sudore, ha saputo lentamente scrollarsi di dosso i pregiudizi e imporsi nel club che lo aveva voluto con forza, al punto da causare uno strappo tra Aurelio De Laurentiis e Urbano Cairo. Gli screzi tra i due patron sono poi rientrati, al pari delle critiche spesso rivolte a Maksimovic, accusato di essere un buon giocatore ma di esaltarsi solo su palcoscenici non altissimi. Invece, il migliore del Napoli nelle ultime due gare di Coppa Italia è stato proprio l'ex Toro che in effetti, già in passato, aveva in parte smentito questa nomea. Il riferimento va alle notti magiche di Champions League vissute dai partenopei sotto la guida di Carlo Ancelotti, che schierava il serbo come terzo centrale aggiunto pronto a diventare terzino in fase di possesso. Ebbene, questa mossa aveva imbrigliato attacchi di tutto rispetto ma, come spesso successo nei suoi anni a Napoli, i titoloni non sono mai stati dedicati a Maksimovic. Mai prima d'ora, quando il classe '91 è diventato di colpo e meritatamente il miglior centrale della rosa.
CalcioNapoli, la rivincita di Maksimovic: da oggetto misterioso a muro della difesa