Napoli, 2 marzo 2023 - Da una parte il Napoli capolista, intenzionato a mantenere o accrescere ulteriormente il proprio vantaggio di 18 punti in classifica su Inter e Milan e dall'altra una Lazio a caccia di punti preziosi per dare più concretezza all'obiettivo Champions League: due realtà che si sfideranno venerdì 3 marzo alle 20.45 al Maradona in una partita presentata in conferenza stampa da Luciano Spalletti.
Il confronto
Inevitabile notare molte analogie tra la filosofia di gioco dell'attuale allenatore azzurro e quella di Maurizio Sarri, oggi alla guida proprio dei biancocelesti. "Indubbiamente noi ci portiamo dietro una cultura del lavoro cominciata prima e incentrata sul possesso palla, un tema molto dibattuto oggi. In realtà tutto va valutato in base all'avversario e al momento della partita: penso in particolare all'uso di un gioco più verticale. Di certo Sarri a modo suo è stato un rivoluzionario: all'epoca seguivo molto il suo Napoli e oggi a Castel Volturno sono rimaste diverse tracce delle sue dottrine". Insomma, Spalletti non nasconde ciò che è molto visibile anche ad occhio nudo: una linea di continuità con un passato che è diventato un presente bellissimo e un futuro ancora più splendente. "In città si respira un clima di attesa, ma è ancora presto per togliere le mani dal volante. Gli artefici di tutto sono i ragazzi, che ringrazio per le belle parole che spendono per me nelle interviste: ho la fortuna - ammette il tecnico toscano - di lavorare con un gruppo serio e compatto in campo, due caratteristiche che tra l'altro ha anche la Lazio. Si parla di un tipo di calcio bello e in effetti è il mio preferito: in passato ho applicato idee più difensive e tra l'altro non mi è andata neanche bene, mentre oggi sono contento di quello che stiamo costruendo e dell'entusiasmo che abbiamo riportato".
La partita della svolta
A differenza dell'era di Sarri stavolta il Napoli non è solo gradevole alla vista ma anche più efficace e maturo, con la linea del traguardo dello scudetto che si avvicina sempre di più. "Non sono uno di quegli allenatori che vuole vincere un anno e poi fallire quello seguente: meglio portare avanti un progetto serio con la società basato su un'unità di intenti". Dalla Lazio alla Lazio: il successo dell'andata, dopo due pareggi di fila che sembravano il preludio a un'altra annata senza particolari sussulti, ha dato il la alla cavalcata tuttora in corso. "Penso che paradossalmente la svolta sia arrivata proprio nelle gare precedenti, nelle quali la squadra aveva palesato già la giusta mentalità: dando continuità a quel lavoro si è arrivati alla costanza di oggi, che è l'ingrediente principale da cui scaturisce il nostro +18". Un vantaggio che sta alimentando dubbi sulla competitività generale del campionato. "Preferisco pensare alle cose di cui dobbiamo occuparci noi, come la partita di domani, che per me è uno scontro diretto con un'altra contendente ai piani altissimi del 'condominio' più lussuoso della classifica".
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