Napoli, 26 ottobre 2021 - Partente, non partente ma di sicuro non più il titolarissimo affidabile a cui aveva abituato il Napoli e l'intera Serie A: l'estate di Kalidou Koulibaly può essere sintetizzata con questo schema ma l'epilogo, quello che vede il senegalese di nuovo il signore della difesa azzurra, va oltre ogni più rosea aspettativa.
Gli artefici della rinascita
Una delle tante conferme al riguardo è arrivata nello scorso turno di campionato, quello in cui i partenopei hanno sì frenato dopo ben 8 vittorie consecutive ma solo al cospetto di una Roma grintosa e coraggiosa. Due aggettivi che ben si sposano proprio con Koulibaly, che se da un lato non ha potuto propiziare la striscia di successi iniziali più lunga della storia del club dall'altro ha contribuito a mantenere ancora una volta chiusa la porta di David Ospina, finora perforata appena 3 volte: a parità di giornate disputate solo il Chelsea può vantare gli stessi numeri del Napoli. Certo, dietro a un fortino del genere non può esserci un solo artefice: non si renderebbe neanche giustizia ai tanti azzurri che si stanno sacrificando per il bene comune, con la gara dell'Olimpico emblematica in tal senso. Dai ripiegamenti di Lorenzo Insigne all'eccellente coppia di centrocampo tutta muscoli e qualità formata da André Zambo Anguissa e Fabian Ruiz: nel Napoli capolista (non più in solitaria) ogni componente del castello difensivo sta funzionando alla grande e quando i filtri superiori vengono superati la penultima barriera prima di Ospina (a sua volta finora a dir poco superlativo) risponde al nome di Koulibaly, dietro la cui rinascita ci sono indubbiamente varie mani. Da quella del nuovo compagno di reparto Amir Rrahmani alla guida sapiente di Luciano Spalletti, col quale il senegalese ha instaurato un rapporto molto speciale.
La prima volta senza Spalletti
Rapporto che giovedì sera, nel match contro il Bologna, vivrà una breve e momentanea separazione a causa del turno di squalifica inflitto al tecnico toscano per i roventi postumi della gara dell'Olimpico. Per la prima volta di fatto il Napoli, almeno nell'arco della gara, dovrà cavarsela senza il vero creatore di una squadra che, superato seppur senza lode anche l'esame Roma, sta via via facendo ricredere pure i più scettici. Senza la tranquillizzante figura dell'allenatore il peso specifico di una sfida ricca di insidie (per informazioni chiedere ad Atalanta, Lazio e soprattutto Milan) andrà tutto sulle grosse spalle di Koulibaly, tornato ai fasti dei giorni d'oro: o forse addirittura anche meglio.
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