Napoli, 19 luglio 2021 - Non è la prima volta che Kalidou Koulibaly è sul mercato ma lo è solo alle condizioni poste da Aurelio De Laurentiis: si tratta di paletti piuttosto rigidi che finora avevano accontentato anche i desideri del senegalese, che a Napoli voleva restarci anche a costo di rinunciare a destinazioni remunerative e ambiziose. Quest'anno tuttavia lo scenario sembra essere cambiato, almeno sul fronte del difensore: il numero 26 preferirebbe migrare altrove, ma deve scontrarsi con i soliti parametri del patron che rischiano di far scappare qualsiasi pretendente.
La prova di forza di ADL
La prima società messa in fuga è il Manchester United, che per Koulibaly aveva messo sul piatto 30 milioni: una cifra di tutto rispetto per un giocatore classe '91 e in scadenza nel 2023. Evidentemente la pensa diversamente De Laurentiis, che per accontentare il difensore (e soprattutto le casse del club partenopeo) pretende almeno 50 milioni. Eppure, cedere qualcuno, per giunta al momento scontento, converrebbe in primis al patron: specialmente se questo 'qualcuno' guadagna la bellezza di 6 milioni netti a stagione, un salasso per i conti di un Napoli dal bilancio in costante perdita. Quella intrapresa da ADL sembra più una lotta per difendere una questione di principio che parte da un fondamento che deve essere ben chiaro a tutti, nonostante la crisi globale e le difficoltà delle singole società: il club partenopeo non svende i propri gioielli, che come al solito saranno valutati a peso d'oro. Si parla di Koulibaly ma non solo: il pensiero corre a Fabian Ruiz e forse, seppur minimamente, anche a Lorenzo Insigne che, in caso di mancato rinnovo, per non andare via a zero dovrebbe essere ceduto già quest'estate, in quello che è il suo momento di maggior splendore internazionale grazie alla cavalcata vincente dell'Italia a Euro 2020.
La cura Spalletti
Il problema è che di mezzo non ci sono beni immobili e inanimati, ma giocatori e, anzi, persone, con le proprie aspirazioni. Si torna così ad analizzare il fronte Koulibaly, i cui 'mal di pancia' (forse legittimi alla luce di uno status di 'partente virtuale' che dura da anni) non sono stati curati nemmeno dall'affetto dei tifosi presenti a Dimaro e dalla stima di Luciano Spalletti. In caso di mancata cessione del senegalese, la palla passa proprio al tecnico di Certaldo, chiamato a rigenerare mentalmente un giocatore infelice e bloccato in una gabbia: dorata ma pur sempre una gabbia da cui si esce solo alle difficili condizioni poste da De Laurentiis.
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