Napoli, 25 febbraio 2022 - Termina nel peggiore dei modi, almeno per quanto riguarda le competizione europee e le coppe in generale, l'avventura al Napoli di Lorenzo Insigne, sprofondato insieme al resto della squadra sotto le grinfie di un Barcellona forse troppo sottovalutato alla vigilia di questo doppio confronto rivelatosi poi estremamente impari.
Un errore imperdonabile
Merito del mercato di gennaio che ha consegnato a Xavi gente del calibro di Ferran Torres, Aubameyang e Traoré letteralmente decisivi nel computo delle due sfide, oltre a un netto miglioramento della proposta di gioco imposta ai blaugrana da colui che è stato uno dei centrocampisti più forti di sempre. Ma, nello stesso tempo, demerito degli azzurri, che stanno attraversando un'altra fase di flessione dopo i fasti di inizio anno che hanno ridato vigore al sogno scudetto ma non a quello Europa League. Ad avanzare agli ottavi è infatti il Barcellona nonostante l'appello al coraggio preteso (e poi ottenuto) da Luciano Spalletti. Paradossalmente proprio l'idea di giocarsela con le stesse armi dei catalani (pressing alto e ricerca ossessiva della costruzione dal basso) ha spianato la strada a chi, appunto a parità di armi, può contare sull'ingrediente magico: una maggiore qualità. A spianare la strada ai blaugrana in realtà è un gravissimo errore di Insigne, che con un tocco errato trasforma un'azione potenzialmente offensiva in un suicidio tattico: una leggerezza che il Maradona non ha perdonato, come si è evinto dai fischi espressi al momento della sostituzione tra il capitano e Petagna. Guai però a pensare che il malcontento del pubblico di Fuorigrotta sia nato in una partita in cui tra l'altro il promesso sposo del Toronto aveva trovato l'ennesimo gol su rigore.
La maledizione della 'r'
Proprio l'assenza di reti su azione (zero in campionato e appena una, contro il Legia Varsavia, in Europa League) è diventata alla lunga un peso in un rapporto che adesso rischia di trascinarsi fino a maggio senza la serenità che sarebbe necessaria per una squadra ancora in lotta per lo scudetto e di nuovo mutilata da una reviviscenza dell'emergenza infortuni. Non solo: all'orizzonte per il Napoli c'è uno spezzone di calendario a dir poco da paura nel quale ci sarà bisogno, tra le altre cose, del miglior Insigne. E forse per cancellare i fischi del Maradona servirà qualcosa in più della 'r' tra parentesi che da tanti, troppi mesi, accompagna il nome del capitano nei tabellini delle partite: questo almeno è lo scenario nel più positivo degli scenari.
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