Napoli, 8 marzo 2021 - Non c'è rosa senza spine e così pure la vittoria sul Bologna che ha chiuso la settimana rovente del Napoli viene macchiata da una cattiva notizia: la rottura del legamento crociato del ginocchio sinistro di Faouzi Ghoulam.
Montagne russe Ghoulam
L'algerino sembra entrato in un loop senza fine in cui l'unica certezza è il guaio fisico all'orizzonte appena vengono ritrovati campo e fiducia: per entrambi questi ingredienti l'appuntamento è per la prossima stagione, quella che con ogni probabilità sarà l'ultima del classe '91 all'ombra del Vesuvio. A quel punto finirà un'epopea senza vie di mezzo: dalla gloria accarezzata specialmente sotto la guida di Maurizio Sarri alle tante cadute dovute agli infortuni che hanno massacrato la sua gamba destra. L'altra, insomma.
Adesso la malasorte si è spostata a sinistra, per giunta sul lato forte dell'algerino, indubbiamente tra i migliori nelle ultime travagliate settimane vissute dal Napoli. Un Napoli che si stava e si sta ritrovando nonostante i difetti diventati ormai peculiarità nei quali ha provato a inserirsi anche un Bologna che ha dovuto fare i conti con un Lorenzo Insigne in stato di grazia: alla faccia di labiali, musi lunghi e polemiche. Due gemme, entrambe arrivate con la cortese collaborazione della difesa rossoblù, hanno spianato la strada alla quinta vittoria di fila in campionato al Maradona: sicuramente la più importante della sequenza alla luce del trittico da brividi che attende i partenopei lontano dalle mura amiche.
Il ciclo terribile della verità
Milan-Juventus-Roma: da questo filotto uscirà il verdetto definitivo sulle chance del Napoli di ottenere il pass per la prossima Champions League, una competizione che in azzurro Victor Osimhen finora non ha potuto assaggiare. Per il nigeriano il Bologna è la manna dal cielo visto che era esattamente dalla gara di andata che non trovava la via della rete: se la buona notizia è questa, la cattiva è che gli incroci stagionali con i rossoblù sono finiti e ora l'ex Lille dovrà far vedere il suo valore anche contro avversari di altra caratura che concederanno meno praterie. Già, perché partenopei e felsinei non hanno in comune solo il modulo (4-2-3-1) ma anche i difetti in fase di costruzione dal basso e in generale nel reparto arretrato, esacerbati nel caso dei ragazzi di Sinisa Mihajlovic dal talento degli avversari e da tanta sfortuna sul palo di Andreas Skov Olsen e sui gol annullati a Rodrigo Palacio: quella stessa sfortuna che pare aver abbandonato Osimhen ma non il povero Ghoulam.
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