Martedì 5 Novembre 2024
GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
Calcio

Napoli, fine del sogno Champions League: i rimpianti possono offuscare lo scudetto?

Il pass per le semifinali va al Milan, ma gli azzurri sono vicini al tricolore in campionato: eppure ad oggi l'amarezza sembra prevalere sulla gioia

Napoli-Milan, la delusione di Kvaratskhelia (Ansa)

Napoli-Milan, la delusione di Kvaratskhelia (Ansa)

Napoli, 19 aprile 2023 - La torta è ormai da tempo pronta e guarnita, ma la cosiddetta ciliegina non arriverà e in questi casi, si sa, c'è un po' il rischio che l'intero banchetto ne risenta: volendo tradurre nel linguaggio culinario la stagione del Napoli ne viene fuori un quadro, anzi, una ricetta simile dopo la cocente eliminazione dalla Champions League subita per mano del Milan in quello che in fin dei conti è stato davvero lo specchio del calcio italiano. Nel bene e nel male.

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La gabbia anti-Kvara

Partendo dal bene, impossibile non sorridere di fronte a una Serie A che torna competitiva in ambito continentale e lo fa paradossalmente proprio nell'annata, classifica alla mano, meno combattuta. Il tutto mostrando al resto del continente il talento cristallino di diversi elementi: nel capoluogo campano speravano che i riflettori li rubasse tutti Khvicha Kvaratskhelia e invece il panico in campo, specialmente sul prato del Maradona, l'ha seminato il suo omologo Rafael Leao. Impossibile però parlare di fulmine a ciel sereno: in quel pesantissimo poker incassato dal Napoli in campionato appena poche settimane fa erano contenuti praticamente gli 'spoiler' di tutto quello che sarebbe poi successo sul palcoscenico della Champions League. All'epoca a Fuorigrotta si parlò di una sfida affrontata senza il piglio giusto dagli azzurri, ormai certi del primo posto della classifica della Serie A e di fatto già concentrati sull'imminente doppio impegno continentale contro la stessa avversaria: una teoria che agli occhi più attenti già faceva acqua da tutte le parti, perché notoriamente perdere non aiuta mai nella preparazione, figurarsi se poi di mezzo c'è uno degli appuntamenti più attesi della stagione. Il giochino nel capoluogo campano in effetti non è nuovo: quando il Napoli esce sconfitto, secondo una parte della piazza, c'è sempre una ragione insita tra gli stessi azzurri, quasi a voler delegittimare il lavoro dei rivali. In questo caso di uno Stefano Pioli praticamente impeccabile innanzitutto nel neutralizzare il pericolo numero uno Kvaratskhelia: la gabbia composta dalla marcatura perfetta di Davide Calabria e, all'occorrenza, dal raddoppio sempre puntuale di Rade Krunic funge da valido esempio.

Un confronto al vetriolo

Si accennava al male ed è in effetti impossibile non storcere il naso di fronte a quelle brutture del calcio italiano che sarebbe stato meglio lasciare fuori dal contesto della Champions League. Invece tra Napoli e Milan scoppiano i soliti veleni: un calderone nel quale finiscono le decisioni arbitrali, con tanto di reciproci dossier esposti, le zuffe social (e non) tra le tifoserie e qualsiasi altro ingrediente non proprio funzionale a una competizione da vivere di norma in giacca e cravatta. Alla fine questo clima di nervosismo generale ha fatto il gioco dei rossoneri e non solo per il vantaggio acquisito già dopo il primo round: in una contesa tirata, in campo e fuori, gli azzurri negli anni hanno spesso dimostrato di avere difficoltà a reggere la pressione. Il pensiero va al famoso 'scudetto perso in albergo' o, in tempi più recenti, al crollo di Empoli che nella scorsa stagione spense qualsiasi sogno di gloria. Non a caso, il tanto agognato tricolore sta per arrivare al termine di un'annata anomala in ogni senso. Fin dalla prima giornata il Napoli ha praticamente sempre stazionato nelle primissime posizioni della classifica, incontrando le scarse - per non dire nulle - resistenze delle presunte rivali, che gradualmente si sono eliminate a vicenda dalla lotta. Le cose sarebbero andate nello stesso modo in un campionato più tirato e combattuto? Nessuno saprà mai la risposta a una domanda che, all'apparenza, sembra quasi delegittimare il dominio della capolista. In realtà non è così: i 75 punti attualmente in carniere portano tutti la firma della squadra allenata da Luciano Spalletti, che non ha colpe al cospetto dell'andamento lento delle rivali. A tal riguardo, proprio per eliminare qualsiasi (ennesimo) veleno possibile, per il Napoli sarà importante provare a confermarsi l'anno prossimo: prima però c'è da concludere la stagione in corso, da ieri sera priva della Champions League. E non senza rimpianti.

Il primo vero momento di svolta

Ancora prima del sorteggio nel (presunto) lato più semplice del tabellone c'era stata una fase a gironi roboante in cui più volte gli azzurri avevano dato l'impressione di poter ambire a qualcosa di prestigioso e per certi versi quasi irripetibile proprio considerando il contesto anomalo. Essere primi in classifica in campionato con un margine molto ampio sulle rivali e potersi giocare le proprie carte nella competizione più desiderata da qualsiasi calciatore sfidando ai quarti (traguardo tra l'altro mai raggiunto prima) una squadra all'apparenza più debole: una chance ghiottissima che si è schiantata contro la cruda realtà. Certo, le attenuanti non mancano: su tutte l'infortunio occorso nelle scorse settimane a Victor Osimhen, ieri recuperato ma di fatto non ancora al top e in generale la moria di attaccanti. Alibi veri e plausibili che però, tornando al campionato, potrebbero essere snocciolati e adoperati anche dalle rivali nostrane per giustificare i tanti punti di ritardo dalla capolista. L'impressione però è che il primo 'gol' nel doppio confronto con il Milan il Napoli se lo sia fatto da solo non nascondendo una certa confidenza (per non dire sicumera) dopo l'esito del sorteggio di Nyon: lo si è percepito dalle parole dei giocatori e dal mood generale dell'intera piazza. Forse il solo Spalletti aveva capito i rischi nascosti in ciò che sembrava l'ennesimo regalo offerto dalla buona sorte in una stagione benedetta col senno del poi invece solo in campionato. Salutata la Coppa Italia per mano della modesta Cremonese (che si sarebbe poi ripetuta contro la Roma), la conferma definitiva di questa teoria arriva in Champions League, con il Milan a staccare il pass per le semifinali. Agli azzurri ora resta il 'solo' scudetto: quello scudetto inseguito da decenni e adesso più vicino che mai ma, paradossalmente, in parte offuscato dai rimpianti per una cavalcata sì trionfale ma non priva di momenti di ombra.

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