Giovedì 21 Novembre 2024
NINO FEMIANI
Calcio

Napoli e il sogno tricolore: c'era una volta la scaramanzia. Scudetto vicino, festa pronta

Bandiere, striscioni e persino un Vesuvio finto: i partenopei non fanno più gli scongiuri. Ma tra i vip c’è chi non si fida. Il regista Sorrentino: "Ho eliminato una scena per superstizione"

Napoli è pronta per la festa scudetto della squadra di Spalletti

Napoli è pronta per la festa scudetto della squadra di Spalletti

Napoli, 22 marzo 2023 - "Essere superstiziosi è da ignoranti, non esserlo porta male", diceva Eduardo De Filippo. Vale per il Grande Napoli, vale per gli azzurri che sono padroni della serie A? L’impressione è che, dopo il poker rifilato al Torino, la scaramanzia, stella polare del pensiero e dell’identità napoletana, è finita tra le giacche infeltrite. Ascoltate quello che dice Carlo Alvino, telecronista-tifoso di Radio Kiss Kiss che non esita ad affidarsi a gesti apotropaici quando il Napoli arranca: "È finita! Prendete ago e filo e cucite il tricolore! Imbandierate la città e festeggiate il Napoli più forte della storia! Straordinario, sbalorditivo, strabiliante, stupefacente, splendido, stupendo, magnifico, grandioso, sublime, sontuoso, prodigioso, fantastico". Ma già prima della logorroica aggettivazione alviniana, Napoli si era mossa, facendo a pezzi "curnicielli" (rigorosamente di corallo rosso) e ferri di cavallo. Scaramanzia in vacanza, è scattato solo il conto alla rovescia per poter festeggiare il terzo scudetto.

Giorno dopo giorno spuntano bandiere, striscioni, murales in ogni finestra, terrazzo o muro della città, e proprio come una volta è già gara tra vicoli a chi si colorerà più d’azzurro rispetto agli altri. In alcuni rioni la festa scudetto è praticamente iniziata da un mese e attende solo il proverbiale bagno di folla che avverrà quando ci sarà anche la matematica a dare ragione al Napoli. A Forcella, dove esplose la santabarbara nel 1987 in occasione del primo scudetto tanto da essere considerata la madre di tutte le feste, il palcoscenico è già allestito: in via Vicaria corre un chilometro di nastri bianchi e azzurri, da una parte all’altra della strada, e ormai attraversare il quartiere vuol dire sfilare tra bandiere e gadget del Napoli, con i turisti di passaggio che ormai si lasciano contagiare, indossando maglie della squadra, rigorosamente taroccate e comprate a 10 euro.

Per non parlare della processione al grande murale di Maradona: da giorni i tifosi portano gli ex voto (ciucci d’argento, pulcinella di corallo, cuori azzurri con la scritta Napoli first) e li depositano davanti all’immagine del Pibe, dio regnante sul popolo azzurro senza vincoli di mandati. La verità è che i napoletani, dopo essere stati per trentatré anni soggiogati alla convinzione che la superstizione è la poesia della vita, hanno deciso che 19 punti di vantaggio e i piedi di Osimhen bastano e avanzano per smettere di credere a gatti neri, gobbetti e coincidenze. Increduli per il Miracolo che si sta compiendo sotto i loro occhi, stanno preparando la fiesta di giugno tanto da aver prenotato il Cobra Osimhen, un petardo a miccia da 45 grammi di polvere flash.

L’ultima giornata del campionato, ovvero quando ci sarà la proclamazione e la festa scudetto, è fissata per domenica 4 giugno, mentre l’ipotetica finale di Champions League è in programma per sabato 10 giugno. Proprio la settimana in cui tanti avevano fissato matrimoni, battesimi e comunioni. Ma nessuno vuole perdersi la Storia, nessuno vuole disertare. "Io mi dovevo sposare, avevo tutto pronto per il 4 giugno da due anni. Ho disdetto, spostando tutto a settembre e la mia compagna mi ha lasciato", dice Pietro Niespolo. Meno integralista il suo amico, Clemente Teodonno: "Mi ci trovo dentro fino al collo: sposo il 10 giugno e al ristorante abbiamo fatto già richiesta di eventuale maxischermo".

Si va a briglia sciolta, la capolista se ne va, ma qualcuno la pensa ancora come Benedetto Croce: non è vero, ma prendo le mie precauzioni. "Io indosso sempre un piccolo ferro di cavallo. Ma, credimi, stavolta non basta: pensa che fuori casa ho parcheggiato tutto il cavallo", dice con la consueta verve l’attore Alessandro Siani. Anche i Jackal continuano a fidarsi più della scaramanzia che della matematica. "Scudetto? Quella parola si potrà pronunciare solo a fine campionato, al triplice fischio finale. Non prima", affermano Ciro Priello e Fabio Balsamo, fresco di vittoria a Lol. Paolo Sorrentino ha svelato di aver tagliato una scena con protagonista Silvio Orlando da The New Pope. Ritraeva infatti il cardinale Voiello mentre esulta per la vittoria al campionato di calcio del Napoli, squadra di cui sia l’attore che il regista sono "patuti". "Scena eliminata per superstizione", ha spiegato il regista premio Oscar.

Ma nei palazzi della politica il countdown è già scattato a dispetto di ogni scongiuro. "Stiamo valutando la festa scudetto a Piazza del Plebiscito. L’ipotesi è di un maxischermo il giorno dell’ultima partita e un concerto a seguire", annuncia Gaetano Manfredi, sindaco di Napoli, che ha mollato ogni scaramanzia (ma tifa Juventus). L’artista candidato alla notte magica già scalda l’ugola: è Gigi D’Alessio. "Farò un concerto gratis e sarà un evento indimenticabile".