Napoli, 5 ottobre 2022 - Ogni volta sembra che il Napoli sia in procinto di affrontare un esame più duro del precedente per testare quali siano le vere qualità della squadra. Poi, puntualmente, sia in Serie A sia in Champions League, gli azzurri superano a pieni voti il suddetto esame e lasciano tutti, tifosi azzurri e non, con un solo interrogativo nella testa: chi può davvero fermare la sempre più temibile formazione di Luciano Spalletti?
L'unica incognita
Ad oggi l'unica risposta plausibile è legata alla lunga sosta per lasciare spazio al Mondiale, che interromperà fisicamente i giochi e per giunta con l'incognita sulle condizioni con cui le varie squadre si presenteranno alla ripresa: soprattutto quelle squadre che oggi volano. E chi vola oggi più del Napoli? Probabilmente nessuno. A farne le spese anche l'Ajax, travolto nel suo tempio, dove tra l'altro mai un'italiana aveva segnato così tanto: quello stesso Ajax che, curiosamente, a gennaio avrebbe potuto tesserare Kvaratskhelia, che proprio alla Johan Cruijff Arena trova la prima gioia in Champions League. Un cerchio che si chiude a tinte diverse per chi, come gli olandesi (e tanti altri), non ha creduto nel talento cristallino del georgiano (acciaccato anche da un brutto pestone di Tadic, poi espulso) e per chi, come i partenopei, ha invece investito con un salto nel buio su colui che è ormai un ex carneade anche in Europa. C'è praticamente lo zampino di Kvara in quasi tutte le reti del Napoli, ma sarebbe ingiusto togliere meriti agli altri protagonisti di un inizio di stagione da sogno che evidenzia un copione fisso: la vittoria con pieno merito e dove non arriva quest'ultimo ingrediente, come a San Siro, ci si mette di mezzo quel pizzico di fortuna che, si sa, aiuta sempre chi ha il vento in poppa.
I dribbling di Spalletti
In questo paese dei balocchi a tinte azzurre forse chi sta faticando di più, ironia del destino, è Spalletti, l'allenatore al momento più stimato (e forse invidiato dai colleghi). Fatica a dribblare domande scomode e aspettative che si alzano sempre di più e a mantenere equilibrato un ambiente che già notoriamente non fa di questa caratteristica il proprio punto di forza. Il quadro che ne viene fuori è di uno Spalletti bravo nei dribbling quasi quanto Kvaratskhelia, col quale addirittura alla meritata carota si alterna un immeritato bastone: nel mirino il presunto egoismo in certi frangenti del georgiano. Quando si dice fare le pulci a una squadra che finora pare dover temere solo la lunga pausa per il Mondiale.
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