Napoli, 26 settembre 2022 - Mai come in questo caso la pausa del campionato è stata gradita anche da chi come il Napoli stava attraversando un momento molto positivo. La motivazione è presto detta: al rientro ad attendere gli azzurri ci sarà un autentico tour de force che si interromperà solo al cospetto del Mondiale.
Incognita Qatar
Il discorso vale ovviamente per tutte le squadre impegnate su più fronti, ma è impossibile dimenticare le difficoltà accusate in passato dai partenopei nella gestione di un calendario così fitto. Già, ma quanto? Tanto per quantificare, si parla di 12 gare in 42 giorni: uno spezzone di stagione che, se sbagliato, rischia di compromettere anche il resto dell'annata per diversi motivi. Il primo è che nessuna squadra sa in quali condizioni si presenterà alla ripresa. Troppe le variabili di mezzo: forma dei giocatori che avranno partecipato alla spedizione in Qatar, quella invece di chi sarà stato fermo e l'esito del richiamo di preparazione fisica che sarà effettuato dai club per limitare i danni di quello che finora è un vero e proprio unicum nella storia del calcio. Naturalmente la maxi sosta per fare spazio al Mondiale fa paura maggiormente alle squadre di vertice, che forniranno alla causa un numero più elevato di giocatori, oltre ad avere ambizioni stagionali più alte di chi - per fare un esempio - sarà chiamato solo a vivacchiare a metà classifica. Insomma, onori e oneri delle big della Serie A, categoria alla quale ormai da tempo si può annettere anche il Napoli, che in questo lasso temporale vivrà una sola settimana più 'tranquilla' dal punto di vista del quantitativo di partite da affrontare: quella dal 16 al 23 ottobre, giorni delle sfide contro Bologna e Roma.
Arma turnover
Il resto sarà un continuo susseguirsi di gare ravvicinate in cui il tanto temuto (non da Luciano Spalletti) turnover diventerà giocoforza un'arma indispensabile per tenere fresca la rosa e per evitare infortuni muscolari, finora una delle note dolenti di questa prima parte di stagione. Tutti saranno chiamati in causa: anche chi finora il campo l'ha visto più con le rispettive Nazionali che con il Napoli. Proprio dalle cosiddette seconde linee dipenderà di fatto il buon esito della strategia di Spalletti, finora 'tradito' solo nella gara contro il Lecce, quella che fece scattare l'allarme rosso su una campagna acquisti che ha puntato anche sul miglioramento della qualità della panchina azzurra. E' presto per i giudizi definitivi, ma l'impressione è che la missione sia riuscita.
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