Napoli, 19 settembre 2022 - Alzi la mano chi dopo il successo del Napoli in casa del Milan non ha avuto un déjà-vu: non solo perché per gli azzurri si tratta addirittura della terza vittoria di fila nel Meazza rossonero, ma soprattutto per la modalità con cui questo risultato è arrivato.
Benedizione rossonera
Resistenza, grinta, concretezza, difesa quasi granitica e tanta buona sorte: per i partenopei il viaggio a San Siro quando di fronte c'è il Diavolo si conferma - strano da dire - benedetto. A parlare sono le statistiche (22 tiri dei padroni di casa contro i 9 degli ospiti), ma non solo: per il Milan, che non perdeva in campionato da 22 gare, accogliere il Napoli tra le mura amiche è diventato un incubo dal quale pare impossibile svegliarsi, come dimostra anche l'ultima vittoria datata addirittura 2014. Certo, a parte l'imprecisione in attacco e la sfortuna in occasione dei legni colpiti da Giroud (che poi si sarebbe fatto perdonare con l'ennesima rete contro una big) e Kalulu, nella sconfitta dei campioni in carica sembrano c'entrare anche le scelte di Stefano Pioli, che toglie dalla mischia gli ammoniti Kjaer e Calabria, che fino a quel momento avevano domato lo spauracchio Kvaratskhelia. Il resto lo fanno un po' l'ingenuità di Dest e un po' l'astuzia del georgiano, che anche sotto questo aspetto pare essersi calato alla grande nella nuova realtà: Politano, al quarto gol segnato ai rossoneri, dal dischetto non perdona e si candida seriamente a diventare il nuovo rigorista a spese di Zielinski. Poi arriva l'unica sbavatura della difesa azzurra sulla quale né un Meret in stato di grazia né i legni hanno potuto fare alcunché: Giroud riequilibra i giochi prima che l'insolito asse Mario Rui-Simeone faccia pendere definitivamente l'ago della bilancia verso una squadra che, proprio per evitare la fotocopia completa della passata stagione, adesso sarà chiamata a effettuare uno step successo. E per 'adesso' non si parla proprio di immediato futuro.
Un copione da cambiare
L'obiettivo a lungo termine sarà appunto evitare la copia identica dello scorso campionato: vittoria fortunosa e per certi aspetti poco limpida nella Milano rossonera e poi crollo a cavallo tra la fine del girone di andata e l'inizio di quello di ritorno. Un po' il cruccio dell'intera carriera di Luciano Spalletti, le cui squadre spesso partono a razzo per poi sciogliersi sul più bello. E, curiosamente, un anno fa il primo colpo mortifero ai sogni di gloria degli azzurri fu inferto proprio dai rossoneri nella gara del Maradona.
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