Milano, 8 febbraio 2023 – Zlatan Ibrahimovic è pronto a tornare e ad aiutare il Milan a risollevarsi da quello che è molto probabilmente il momento più critico attraversato dai rossoneri in questi ultimi anni. Dopo otto passati ai box a seguito dell’operazione al crociato del ginocchio sinistro, il fuoriclasse svedese scalpita e ai microfoni di Milan TV suona la carica in vista del match di venerdì contro il Torino: “Il mio calcio è tutto: passione, adrenalina, lotta, vittorie, atmosfera. Un mix di tutto. Il calcio mi permette di esprimermi al massimo, perché mi trasformo e divento un’altra persona. Adesso quando torno in campo cambia la musica”. Nel mirino, come detto, la partita contro il Toro: "E’ una partita che ci dà la possibilità di invertire questo trend negativo. L’unico modo di cambiare le cose è in partita. Ci si può allenare bene e fare le cose perfettamente in settimana ma sono sempre le partite a fare la differenza. Il campionato è ancora lungo e questo è anche particolare perché c’era in mezzo la pausa del Mondiale. Non ho visto molte grandi squadre ripartire al top. Nei primi sei mesi eravamo secondi, adesso siamo più giù in classifica ma siamo sempre la stessa squadra”.
Lo spogliatoio e i mesi lontano dal campo
Nonostante le difficoltà, però lo spogliatoio resta compatto, al di là dei rumors: “Siamo come sei mesi fa, un anno o due anni fa. Siamo uniti e l’atmosfera è al top. E’ ovvio che, quando sei al top nel calcio, se le cose vanno bene e vinci la settimana dopo sei felice, mentre se le cose non vanno bene non lo sei. Tutti stiamo lavorando per riprendere il ritmo che avevamo prima del Mondiale. Siamo il Milan e qui bisogna vincere, non c’è il caso. Ci sono momenti buoni e momenti difficili, ma bisogna sempre rimanere al massimo livello per stare in alto. Quando si vince qualcosa si entra nella storia e con lo scudetto dello scorso anno ci siamo entrati. Non è arrivato per caso, è arrivato perché siamo il Milan”.
Ibra ha quindi ripercorso anche questi mesi lontano dal campo: “In questa squadra sono uno dei tanti. Non sono stato disponibile per molto tempo e mi dispiace perché quando sei un calciatore attivo vuoi sempre stare vicino alla squadra per aiutare dentro e fuori dal campo. In questi primi mesi di stagione non ho potuto giocare e ho sofferto tanto perché vuoi esserci sempre, nei momenti belli e in quelli difficili. Quando sono arrivato tre anni fa si parlava di una situazione più grave di quella attuale che in realtà è meno complessa di quello che si dice. In due anni abbiamo fatto grandi cose e le stiamo facendo ancora. Questi sono solo momenti in cui si va in difficoltà, ma bisogna rialzarsi il più velocemente possibile. Non lo abbiamo ancora fatto, ma mancano ancora tante partite e lo faremo”.