Milano, 3 settembre 2019 - Icardi e l’Inter, addio. Dopo tante liti, tanti detti e non detti, tanto tempo perso dietro a carte bollate e foto di Instagram, la storia d’amore tra l’attaccante argentino e la Beneamata si è conclusa ieri, quando l’ormai ex capitano ed ex numero nove nerazzurro è volato verso Parigi per unirsi al suo nuovo club, il Paris Saint-Germain. Prestito secco di un anno, con diritto di riscatto a 70 milioni di euro. Sei anni, 121 gol, una casa comprata e un’altra in costruzione. Ma anche cinque figli (non tutti suoi…), una biografia che ha scatenato l’inferno, una moglie più che ingombrante e un epilogo tanto brutto che nemmeno in un b-movie anni Settanta. E quindi la fuga, di ieri, verso Parigi: prima in volo con Wanda da Malpensa (ore 13 l’imbarco), poi le visite mediche in casa PSG (ore 18,30) e la firma sul contratto. Tutto semplice per chi, fino ad un momento prima, era disposto a rimanere a Milano due anni a ricevere la sua lauta busta paga poltrendo sportivamente in panchina. Per questo, forse, i colleghi non lo riconoscono come uno di loro.
Viene tenerezza a ripensare all’estate 2013, quando l’Inter comprò l’allora 21enne giovanotto argentino dalla Sampdoria. Una scalata rapida che lo portò nel giro di poco a divenire il giocatore più rappresentativo dell’Inter e il più discusso. Ci hanno sguazzato, nel mare mediatico, lui e Wanda. Grazie ai social e alle giocate di Maurito, ragazzo capace di divenire capitano dell’Inter a soli 21 anni. Eppure, "non è un calciatore", dicono di lui. Nel senso che del calciatore non ha nulla. Né la passione ("del calcio non me ne frega niente", ha detto in un’intervista di anni fa) né i vizi. Non va in discoteca, non frequenta wags e, anzi, ha sposato una donna di sette anni più grande con in dote tre figli, avuti da quel Maxi Lopez compagno di squadra alla Sampdoria. Situazione decisamente kafkiana. Maurito, in fondo, di passione ha solo quella per i tatuaggi. Sul petto e sull’addome ha un leone; sui polpacci facce e nomi delle due figlie avute da Wanda.
Quindi cos’è successo? I fatti raccontano che i due hanno continuato a vivere come facevano prima anche quando, nel febbraio scorso, l’Inter gli ha tolto la fascia da capitano: chiedendo il rinnovo del contratto, con relativo aumento dello stipendio. Ma anche manifestando la volontà di essere protagonista a dispetto dell’arrivo di un dirigente (Marotta) e di un allenatore (Conte) che l’hanno escluso.
Ora riparte da Parigi: lì dove già brillano le stelle di Neymar, Cavani e Mbappé, Icardi proverà a far brillare la sua, che per anni è apparsa luminosissima in un firmamento nerazzurro che era pronto a tradire per sbarcare dagli odiati cugini del Milan, vista l’impossibilità di trasferirsi agli altri odiati avversari della Juventus. Un giocatore troppo non-giocatore e un ambiente che non lo voleva più: "Icardi ora basta, Milano è piccola", recitava, con le lettere O sostituite da dei mirini, uno striscione sotto casa. Troppo, anche per lui, meglio lasciare Milano rinunciando alla causa intentata all’Inter per il reintegro in squadra ("Se lascia l’Inter cadrà, ha un ottimo rapporto con la società" ha ribadito Wanda Nara). Sperando che Tour Eiffel e baguette non risultino più indigeste del Duomo e del risotto giallo con l’ossobuco.