Napoli, 5 maggio 2021 - Da bomber a sorpresa della stagione a un digiuno lungo oltre 100 giorni: di mezzo un brutto infortunio che di Hirving Lozano ha restituito al Napoli la versione peggiore, quella che l'anno scorso faceva gridare al 'pacco'.
La fatal Verona
In realtà era solo questione di tempo, ambientamento e minutaggio e il messicano avrebbe fatto poi vedere tutti i colpi migliori del proprio repertorio: velocità, grinta e un destro di tutto rispetto. Un pacchetto (e non più un pacco) che finora ha portato alla causa azzurra un fatturato di 13 reti e 5 assist che stava facendo felici tutti, in primis Aurelio De Laurentiis, che ha difeso il corposo investimento da più di 40 milioni operato per regalarsi colui che era stato scelto con tanta lungimiranza come l'erede di José Callejon. Non solo: la capacità del classe '95 di agire con egual profitto su entrambe le corsie è stata (e forse, in caso di rottura sul dolente tasto rinnovo, lo è tuttora) un paracadute sul fronte Lorenzo Insigne, con cui poi in realtà l'ex PSV avrebbe costruito un bell'asse in campo impreziosito da gol e assist da parte di entrambi. O meglio, se il ruolino di marcia del capitano si è mantenuto costante, quello di Lozano si è inceppato lo scorso gennaio, quando una sua marcatura lampo aveva illuso gli azzurri prima del ritorno veemente del Verona, che avrebbe vinto quella partita con un netto 3-1. Da quel momento per il messicano è cominciato un vero e proprio calvario fatto di infortuni e tanta panchina, perché nel frattempo il suo sostituto Matteo Politano è diventato il signore azzurro della fascia destra. Con buona pace di Lozano, che domenica scorsa non ha sfruttato bene la chance di restaurare le vecchie gerarchie.
Una domenica nera
La palma di peggiore in campo è andata proprio al messicano, finito dietro la lavagna per le tante occasioni sprecate davanti ad Alessio Cragno e in generale per le numerose giocate fini a se stesse e mai letali per gli avversari. Insomma, per le difese sembra finito l'effetto sorpresa del Lozano-bis, quello che nella prima parte della stagione aveva fatto dell'ex PSV il trascinatore di un Napoli decisamente troppo claudicante. Adesso i ruoli si sono invertiti: dovrà essere il resto della squadra partenopea a risollevare il morale di Lozano, che ha già dimostrato nel suo primo anno all'ombra del Vesuvio di essere tanto forte con i piedi quanto piuttosto timido di testa. E non si parla solo della clamorosa incornata fuori che domenica ha graziato Cragno e l'intero Cagliari.