Roma, 25 aprile 2018 - Il day after della spedizione di Liverpool è nel segno di un prevedibile processo a Eusebio Di Francesco: nel mirino, neanche a dirlo, la disposizione tattica scelta dall'allenatore pescarese.
DUELLI PERICOLOSI - Schierare contemporaneamente Fazio, Manolas e Juan Jesus contro il micidiale tridente dei Reds non si è rivelata una scelta molto felice: i difensori giallorossi si sono trovati costantemente uno contro uno al cospetto degli imprendibili Mané, Firmino e soprattutto Salah, mister 43 gol in stagione. Sono invece 88 in totale le reti messe a segno dalle 3 bocche da fuoco del Liverpool, che ieri ha quasi messo al sicuro l'accesso alla finale di Champions League anche grazie alle scelte azzardate di Di Francesco. Basti pensare alle voragini soprattutto nel primo tempo della difesa della Roma, costretta a tappare le tante falle aperte abilmente dai furetti inglesi: micidiale in particolare il gioco di Firmino, abilissimo nello scalare in mezzo al campo per aprire nuovi varchi all'ala di turno, pronta invece ad accentrarsi. Insomma, cose note a tutti, Di Francesco compreso.
RIMPIANTO EGIZIANO - La sofferenza della Roma è emersa anche all'altezza della mediana, con Florenzi e Kolarov accorsi spesso in aiuto di De Rossi e Strootman, lasciando ovviamente praterie nelle loro zolle di competenza. E' questa la chiave di una sconfitta così pesante: gli spazi in cui le frecce impazzite del Liverpool hanno sguazzato a proprio piacimento. Almeno finché c'era benzina nelle gambe dei ragazzi di Klopp, che un piccolo aiuto ai giallorossi l'ha concesso quando ha tolto dal campo Salah. Inutile sottolineare i rimpianti legati all'egiziano, acquistato dal Liverpool per ''soli'' 42 milioni più 8 di bonus. Tale somma sembrava un buon affare ma, alla luce della stagione magica vissuta dal 25enne, la valutazione si è rivelata troppo bassa. Se Salah comunque appartiene al passato, adesso il futuro della Roma continua a parlare inglese perché all'orizzonte tra una settimana c'è il round di ritorno: ai giallorossi servirà un'altra impresa per ribaltare un risultato così pesante. Per la precisione bisognerà segnare 3 reti senza subirne alcuna: se sul primo punto i Capitolini hanno dimostrato a spese del Barcellona di esserne capaci, sul secondo i dubbi nascono dalla struttura del Liverpool, troppo avvezzo a trasformare in gol gli spazi che inevitabilmente troverà all' Olimpico al cospetto di una squadra sbilanciata in avanti. Stavolta, necessariamente.
GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO
CalcioLiverpool-Roma, processo a Di Francesco