Roma, 23 gennaio 2022 - Ultima chiamata per la zona Champions fallita: con il mancato successo contro un'Atalanta appesantita da assenze e stanchezza la Lazio si è giocata forse le poche cartucce rimanenti per sognare un posto nel calcio dei grandissimi. Scenario in cui tra l'altro il primo a non crederci era stato Maurizio Sarri.
Le statistiche del match
Le parole pronunciate nella conferenza stampa della vigilia dal tecnico toscano a qualcuno sono sembrate una sorta di resa anticipata, ma in realtà, con il senno del poi, si sono rivelate la giusta previsione di un uomo che il calcio lo conosce bene. Di cose conosciute c'erano pure le condizioni con cui i nerazzurri si presentavano all'Olimpico: al netto dei giorni in più di riposo, come sottolineato dallo stesso Sarri, decisamente peggiori rispetto a quelle dei padroni di casa, che hanno avuto il grande demerito di appoggiarsi sui ritmi bassi volutamente messi in campo dagli ospiti per ovvi motivi anziché forzare fin da subito la mano per cercare un acuto che avrebbe potuto dare un altro senso al proprio campionato. Invece la Lazio resta nel limbo tra il bene e il male e, quando poi prova a fare sul serio, ci si mette di mezzo il duro legno del palo a fermare il destro di Zaccagni, l'unico sussulto di un match che di certo non passerà alla storia per lo spettacolo offerto. A parlare sono anche i freddi numeri: per i biancocelesti 9 conclusioni totali contro le 6 dei bergamaschi, che però hanno tirato più in porta (2 tentativi contro appunto il solo guizzo dell'ex Verona). Insomma, lo 0-0, per quanto difficilmente pronosticabile alla vigilia alla luce del gioco professato dai due allenatori, alla fine è stato tutt'altro che casuale e ingiusto per una delle due contendenti.
In attesa del mercato
All'anemia offensiva fa però da contraltare la tanto cara a Sarri solidità difensiva per la quale parla anche il dato dei duelli vinti in campo dalla Lazio: 54 contro i 43 dell'Atalanta, a testimonianza di una squadra che ce l'ha messa tutta per non concedere neanche le briciole ai rivali. Il problema non è stato quindi il pane ma il resto del banchetto: molto parco per una squadra che ancora una volta manca il passo decisivo per effettuare il fatidico salto di qualità. Se poi ai problemi strutturali già presenti nella rosa e più volte segnalati dallo stesso Sarri si somma l'immobilismo (e stavolta non c'entra bomber Ciro) sul mercato, allora le prospettive future non si preannunciano diverse da quelle attuali per una squadra sempre ferma nel solito limbo.
Napoli-Salernitana 4-1: a segno Juan Jesus, Mertens, Rrahmani e Insigne