Napoli, 5 aprile 2023 - A precisa domanda nella giornata di martedì Aurelio De Laurentiis aveva risposto picche, tirando in ballo l'attuale contratto che si presenta già abbastanza forte: forse più nella scadenza (30 giugno 2027) che nella parte economica. Proprio da quest'ultima constatazione, a dispetto delle parole del patron, si muove il piano del Napoli per blindare Khvicha Kvaratskhelia.
I precedenti
Probabilmente dietro le dichiarazioni ambigue di ADL, che a margine del forum sugli stadi organizzato dal Coni era apparso quasi seccato quando era uscito il nome del georgiano, c'è una strategia ben precisa, che affonda le radici in quanto accaduto nel recente passato. Quasi come da consuetudine, dopo ogni exploit dei suoi giocatori più rappresentativi arrivava la chiamata a denaro che genera dei tira e molla che raramente hanno avuto epiloghi positivi: a ricordarli è stato lo stesso patron, che senza mezzi termini ha parlato di 'pecore nere' da estirpare dal progetto anche a costo di mettere a referto uno zero nella voce dei guadagni. Fare i nomi sarebbe quasi superfluo: è sufficiente riavvolgere il nastro al 30 giugno 2022 e dare uno sguardo ai giocatori che in quel giorno videro il loro rapporto con il Napoli cessare non prima di aver tentato a più riprese di strappare rinnovi a cifre di certo non economiche. Per De Laurentiis, reduce da anni complicati sotto il profilo finanziario a causa della pandemia da Covid-19 e della mancata qualificazione degli azzurri alla Champions League, si è trattato quasi di un affronto da punire praticamente 'solo' aprendo i cancelli di Castel Volturno ai 'reietti': via i vari Lorenzo Insigne, Dries Mertens, David Ospina, Faouzi Ghoulam e Kévin Malcuit a zero e dentro linfa nuova composta principalmente da giocatori semisconosciuti che sarebbero poi esplosi nel giro di pochi mesi. Il tutto senza contare le cessioni di Kalidou Koulibaly e Fabian Ruiz a prezzo ridotto rispetto al valore all'epoca sul mercato. Quello che sembrava un salto nel buio da parte di un presidente illuminato come De Laurentiis si è poi rivelato un colpo di genio destinato a fare scuola: nel Napoli e non.
I due azzurri a rischio
Restando sul pianeta azzurro, l'obiettivo neanche tanto celato del patron è evitare che uno scenario simile si riproponga: a maggior ragione dopo una stagione del genere che verosimilmente porterà il terzo scudetto nella bacheca del club partenopeo. Il rischio di ritrovarsi la prossima estate il proprio ufficio di Castel Volturno invaso da orde di procuratori per bussare a denaro è altissimo: si tratta di uno dei pochi aspetti negativi di un'annata del genere. Un altro è rappresentato dall'esposizione massima dei principali talenti in rosa, con i top club europei pronti a ricoprire d'oro i beniamini del Napoli. Si comincia da Victor Osimhen, sul quale però il potere del Napoli è limitato dalla vicina scadenza del contratto (giugno 2025): ad oggi, a meno di rinnovi monstre magari sull'onda del tripudio tricolore, la permanenza del nigeriano sembra piuttosto improbabile, specialmente se dovesse arrivare la fantomatica offerta da almeno 130 milioni. E Kvara? Per il georgiano il discorso, se possibile, si fa ancora più complicato e intricato: colpa (o merito?) di un exploit forse quasi senza precedenti nel calcio di oggi. Passare in pochi mesi da un valore di mercato di 10 milioni a uno di 100 milioni rischia di aprire una fronteria nuova della disciplina in cui, paradossalmente, tutti sono in una posizione piuttosto scomoda. Lo è innanzitutto il Napoli, che dopo neanche una stagione è chiamato già a ritoccare al rialzo il contratto di un proprio giocatore: il tutto sneza neanche avere la certezza che il suddetto giocatore possa mantenersi su standard analoghi nel prossimo futuro. E lo è a maggior ragione per le società ammiratrici di Kvaratskhelia, che hanno le mani quasi legate in sede di trattativa dall'attuale situazione contrattuale del georgiano. Questo almeno è lo scenario se si prende in esame la sola scadenza: se invece si pensa alla parte economica dell'accordo, allora qualche spiraglio c'è ed è proprio su questa crepa che ha intenzione di lavorare De Laurentiis per blindare il giocatore simbolo della cavalcata vincente degli azzurri.
L'analogia con Leao
In soccorso del patron potrebbe arrivare la pioggia di milioni che come sempre porta con sé la Champions League. E qui torna in ballo l'analogia, mai come in questi giorni di attualità, con Rafael Leao, il mattatore del recente successo del Milan al Maradona, nonché il profilo - mediaticamente più che tecnicamente - più simile proprio a Kvaratskhelia. La sfida neanche tanto a distanza tra i due tornerà in auge nelle prossime settimane sul palcoscenico più prestigioso, quello che potrebbe fare da ago della bilancia forse anche per i rinnovi con i rispettivi club. Certo, il fronte Leao è quello più urgente e preoccupante e quindi comunque la partita non si gioca ad armi pari forse neanche sotto questo aspetto. Eppure, chi passa il turno ha più possibilità di blindare il proprio beniamino: a maggior ragione se poi arrivassero pure il pass per la finale e il successo del torneo. In ogni caso, a prescindere dalla Champions League, l'appuntamento tra il Napoli e l'entourage di Kvaratskhelia è fissato per la fine della stagione. Al di là della portata definitiva del carniere azzurro, l'impressione è che stavolta De Laurentiis, in barba anche alle recentissime dichiarazioni che sembravano spingere verso tutt'altra direzione, sia costretto ad aprire il portafogli: a maggior ragione se strada facendo le voci sull'addio di Osimhen dovessero assumere una parvenza di concretezza. Per non far andare la festa scudetto di traverso ai tifosi, specialmente a quella fetta che contesta il patron anche oggi, di fronte a risultati del genere, sarebbe quindi importante dare una prova di forza blindando Kvara per il futuro più o meno a lungo termine. E se il georgiano non dovesse confermarsi su questi livelli? Il rischio c'è, ma ad oggi è improbabile che il suo valore scenda in picchiata dopo quanto mostrato quest'anno.
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