Torino, 15 marzo 2023 - La Juventus che gioca domani, giovedì 16 marzo, la partita decisiva per l'accesso ai quarti di Europa League a Friburgo e domenica sera un'altra gara importantissima contro l'Inter appena qualificata ai quarti di Champions si prepara in realtà a giocare la partita più importante della stagione in due tappe ancora più delicate.
Il 27 marzo è infatti in programma l'udienza preliminare dell'inchiesta Prisma davanti al Gup Marco Picco che dovrà decidere se mandare a processo o meno i 13 indagati (12 persone fisiche e una giuridica) per i quali è stato richiesto il rinvio a giudizio dalla Procura di Torino. Nelle stesse ore, mentre si decide una svolta processuale per il filone penale dell'inchiesta, il Collegio di garanzia del Coni dovrà esprimersi sulla penalizzazione di 15 punti in classifica inflitta dalla Corte d'Appello Federale alla società bianconera.
Il Collegio, come noto, non entra nel merito: ma decide semplicemente in base alla correttezza procedurale. In termini più semplici, non ci sarà mediazione: il -15 potrà o rimanere tale o essere cancellato, non esiste una possibilità di riduzione della pena.
Ma quali sono gli argomenti a sostegno dell'accusa e della difesa? La Juventus sta impostando la propria battaglia su un doppio piano. Un piano formale ed un piano sostanziale. Sul piano formale la società bianconera sostiene che il carteggio tra Covisoc e Procura Federale, i cui due documenti sono stati inviati al termine di un vero e proprio braccio di ferro, ai dirigenti coinvolti Paratici e Cherubini, configurano formalmente l'inizio dell'inchiesta federale: in questo caso i tempi procedurali sarebbero violati. Ma l'assenza della notitia criminis in entrambi i documenti indebolisce la posizione della Juventus. Sul piano sostanziale i legali della società bianconera hanno costruito una difesa incentrata su diversi punti: primo, l'assenza di sanzioni a carico di altri club rende poco credibile il cosiddetto sistema plusvalenze, dal momento che la trattativa per essere tale deve vedere coinvolte almeno due parti. Secondo, si tratta comunque di trading del calcio che non è regolamentato da leggi ad hoc, per cui non può esistere de facto alcune violazione. Le stesse istituzioni calcistiche, dichiarando più volte la necessità di regolamentare la materia, di fatto ammettono che la stessa oggi non è normata in modo formale.
Dall'altra parte la procura si fa forte del principio in base al quale le plusvalenze singole non costituiscono alcun illecito, ma il ricorso sistematico a questa pratica configura un comportamento che viola il principio della lealtà sportiva. E in questo modo, introducendo la soggettività della decisione sulla lealtà sportiva, apre le porte a una decisione storica. Come si può dedurre, la battaglia si gioca sul filo delle carte e della formale correttezza delle procedure e delle sentenze in una materia in cui non esiste al momento giurisprudenza e per la quale qualunque decisione è destinata invece a farla per il futuro. E in questo tra fine marzo e inizio aprile si scriverà una pagina molto importante non solo per la Juventus.