Torino, 18 gennaio 2023 - Finisce ufficialmente l'era Andrea Agnelli alla Juventus. In giornata è infatti andata in scena l'assemblea dei soci chiamata ad eleggere il nuovo cda, in occasione della quale c'è stato il passaggio di consegne fra il vecchio presidente bianconero e il nuovo, Gianluca Ferrero, al quale Agnelli ha consegnato assieme a Pavel Nedved una maglia della Vecchia Signora con il numero 1 sulle spalle. "Avrete in me un grandissimo tifoso", la promessa del figlio di Umberto, che ha scelto anche di abbandonare Exor e Stellantis, in cui è membro dei rispettivi consigli d’amministrazione. "E' stata una mia decisione, d'accordo con John Elkann, con cui il rapporto resta solidissimo, con Ajay Banga (presidente di Exor, nda) e Carlos Tavares (Ceo di Stellantis, nda). Voglio affrontare il futuro come una pagina bianca, lo reputo indispensabile per avere una libertà di pensiero".
I risultati di questi anni
Al passo d'addio, Agnelli ha ricordato i traguardi non solo sportivi raggiunti nei suoi oltre 12 anni di presidenza. "Ad esempio lo sviluppo immobiliare di 400 milioni in questo ultimo decennio: lo stadio, la nostra sede, il Jtc, il J Medical, il J Village, i miglioramenti su Vinovo. Un altro dei risultati è stata la creazione del logo, che ci pone in una nuova dimensione e ha dato una svolta rispetto all'immagine dei club a livello globale. La Next Gen, grazie alla quale la Juventus potrà avere fra cinque-otto anni il 50-60% della rosa della prima squadra formato da calciatori cresciuti nel settore giovanile, mantenendo la competitività a livello nazionale e internazionale".
Il messaggio di Nedved
Per questi obiettivi ha lottato duramente pure Nedved, anch'egli dimissionario. "Ogni momento della mia vita juventina, durata 20 anni, meriterebbe dei ringraziamenti. Sono arrivato che ero un giovane calciatore, mi sono adattato con tranquillità: si sono comportati con me come una famiglia. Ho capito questo club, che non è solo tra i più importanti al mondo ma è un onore rappresentarlo, in campo e poi dopo dietro ad una scrivania - il messaggio dell'ex vicepresidente - Avevo smesso di giocare da pochi anni, da quando gli azionisti nel 2010 mi hanno chiesto di entrare nel CdA. I primi anni di apprendimento sono stati una grande scuola per me: ogni giorno ho potuto imparare qualcosa, dando il mio contributo. Poi sono diventato vicepresidente, sono orgoglioso di questo incarico che è un grande onore ma anche una grande responsabilità. Non mi è mai mancata la passione dal primo giorno di allenamento e fino ad oggi".
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