Napoli, 15 novembre 2017 - A distanza di due giorni dalla serata shock di San Siro, l'Italia si interroga ancora sulle cause della debacle mondiale, a detta di molti dovuta al mancato utilizzo di Insigne nella gara di ritorno contro la Svezia. A quanto pare dietro alla panchina forzata del folletto di Frattamaggiore ci sono delle motivazioni che vanno oltre l'aspetto tecnico. L'EPISODIO CLOU - Il cattivo feeling instauratosi tra il numero 24 azzurro e Ventura non è nato sul prato del Meazza e probabilmente neanche nel match d'andata della Friends Arena, quando all'occhio delle telecamere non era sfuggita l'incredulità di Insigne per il ruolo che avrebbe occupato in campo dopo il suo ingresso. Le storie tese tra il CT e il Magnifico sono di vecchia data: colpa del famigerato 4-2-4 che mal si sposava con le peculiarità offensive dell'asso del Napoli, letteralmente imbrigliato da un modulo rivelatosi suicida al cospetto della Spagna. Con quella connotazione tattica Insigne era costretto a fungere praticamente da terzino aggiunto, uno scenario difficile da peggiorare. Se non fosse per le scelte di Stoccolma, quando con l'Italia in svantaggio Ventura toglie Verratti e inserisce il numero 24 azzurro nella posizione di interno di centrocampo. Da qui il fattaccio che avrebbe impedito al talento di Frattamaggiore di giocare il decisivo match di ritorno: un'inquadratura che mostra la stizza e l'incredulità di un Magnifico costretto ad auto-tarparsi le ali. EPILOGO POLEMICO - A nulla sono serviti gli appelli di veterani dello spogliatoio come Buffon, Chiellini e Barzagli per perorare la causa di Insigne, virtualmente spinto sul prato anche da De Rossi nella seconda frazione dell'inutile 0-0 milanese. Il mediano della Roma era in predicato di entrare sul rettangolo verde per quella che sarebbe stata la sua ultima presenza con la maglia dell'Italia ma pur di provare a scardinare il muro svedese ha preferito impuntarsi e suggerire l'ingresso del talento del Napoli. Una correzione tattica non gradita da Ventura che ha esasperato ancora di più la tensione sulla panchina della Nazionale, diventata poi delusione dopo il 90' nello spogliatoio di San Siro. Tra lacrime e silenzi mancava proprio Insigne, che secondo le indiscrezioni avrebbe lasciato subito la scena senza ricevere le parole consolatorie del ct. L'ultimo atto di un rapporto mai nato sfociato quasi in una sfida personale, scontata però da un intero paese che oggi sta vivendo il suo più grande dolore calcistico.
CalcioItalia-Svezia, retroscena Insigne-Ventura dietro le scelte del ct