Tu sei bellissima. Esercizio di sintesi estrema, perchè per descrivere questa Italia che s’arrampica sull’Europeo tra spettacolo e talento, ci vorrebbero un paio di carriole di superlativi assoluti. Però questo è quel che s’è visto ieri all’Olimpico, uno sfoggio di bellezza addirittura eccessiva rispetto a quel che s’è visto fin qui nel torneo. Sì, la squadra del Mancio è forte, bella, tosta e piena di soluzioni che potrebbero spingerla fino all’ultima puntata, pur con la consapevolezza di doversi misurare con ben altre squadre rispetto alla morbida Svizzera. E ieri, l’Italia ha sbancato con i due gol del ragazzo che pareva un predestinato al Milan - Locatelli - e che ha avuto bisogno di un paio di stagioni nella fabbrica di cioccolata del Sassuolo, per far sì che si potesse esplorare il suo talento fino in fondo. Ora, ’Loca’ è uno dei grandi maghi del pallone di questo Europeo. E quando rientra Verratti che si fa? Altri notti insonni per il Mancio. E poi sì, il gol di Ciro, che s’è mostrato centravanti in perfetto stile Mancini al momento giusto.
Alla fine, la notte del dubbio del ct e del ballottaggio tra Di Lorenzo e Toloi, premia l’esterno del Napoli. Il motivo è anche intuibile, perchè Mancini ha capito, conoscendo Vlado Petkovic, che la Svizzera ci proverà davvero a fare la partita. E lascerà spazio. Lo dice il suo dna tecnico prima che tattico. E, soprattutto, lo dice la classifica del girone. Di Lorenzo, per caratteristiche, è più portato alla spinta rispetto a Toloi, soluzione utile per creare alternative alla freccia romanista, Spinazzola. E, a proposito della squadra di Page, impostata come una cara, vecchia ciurma all’italiana – difesa e grandi ripartenze con Bale e Ramsey in versione Marvel - battendo i disastrosi turchi ha reso ’vera’ la sfida con l’Italia per la conquista del primo posto nel girone.
Non ha esagerato Petkovic, quando ha riflettuto sul fatto che l’Italia è forte anche perchè i calciatori: "pensano, corrono e respirano tutti insieme". Dalle parole di Vlado al tappeto dell’Olimpico il salto è breve e la sensazione è proprio quella. La Svizzera prova a fare la voce grossa subito, con quel torello di Shaquiri - che all’Inter lasciò poche mediocri tracce - l’impostazione di Xhaka, il regista dei desideri di Mourinho, e ogni tanto qualche bella palla lunga per cercare Seferovic. Il punto è che, abbagliati dalla bellezza tattica e tecnica della nostra Nazionale, spesso ci dimentichiamo che razza di difesa abbia nel cinturone il Mancio. Chiellini si mangia Seferovic, segna il gol del vantaggio che il Var cancella giustamente e poi esce lasciando il posto a un altro mastino della guerra, Acerbi. Questo significa che i nostri hanno le spalle ben coperte per poter sprigionare quel palleggio in stile flipper anni ’70. E poi, lo sappiamo, sulle corsie esterne ci sono le frecce, che non sono tremi ma è come se lo fossero. Berardi usa come un comodo tapis roulant il disastroso Ricardo Rodriguez, ombra del giocatore che arrivò al Milan e ora stenta al Toro, mentre dall’altra parte Spinazzola salta chiunque quando e come vuole, mettendo palloni golosi a centro area e sfiorando anche il gol del raddoppio con una finezza. Sì perchè nel mezzo di una gara evidentemente dominata, c’è anche il gol del vantaggio che parte da Berardi, passa per il bomber improvvisato Locatelli e fa decisamente rima con Sassuolo. Inutile dire che anche qui, Rodriguez fa la figura del bamboccio. Una critica? Nessuna, più che altro un rimbrottino affettuoso. L’Italia è talmente bella e piena di giocate al cachemire che finisce per cedere troppo all’estetica, a volte, rispetto all’esigenza di chiuderla e metterla sullo scaffale del punteggio pieno. E così nella ripresa, l’Italia cambia le sue rime e, stavolta al bello corrisponde il dannatamente utile e affilato, con on un’azione veloce e convinta che libera al tiro Locatelli dal limite. E il bomber per un giorno tinge di neroverde l’angolo svizzero, il raddoppio e il fantastico uno-due che lo lancia nel sacro tempio dei top player di Euro2020, prima del tris di Ciro.