Giovedì 31 Ottobre 2024

Europei 2020, verso Italia Belgio: la partita dei record

Venerdì 2 luglio a Monaco, nella sfida valida per i quarti di finale, una delle due Nazionali batterà nuovi primati

Il c.t. belga, lo spagnolo Roberto Martinez, un passato da centrocampista

Il c.t. belga, lo spagnolo Roberto Martinez, un passato da centrocampista

Roma, 29 giugno 2021 - Per ora ci sono soltanto due certezze: non tanto, ma neppure poco (nella vita). Chi vincerà tra Italia e Belgio, la partita dei quarti di finale di Uefa Euro 2020 in programma venerdì 2 luglio dalle 21 a Monaco di Baviera (Rai 1 e Sky Sport), accederà alle semifinali contro la vincente del confronto tra Svizzera e Spagna e stabilirà un nuovo record: 15 successi consecutivi tra incontri di qualificazione e delle fasi finali dei Campionati Europei. Davvero niente male. Perché Belgio e Italia, con 14 affermazioni in rapida sequenza, hanno raggiunto in testa a questa speciale classifica la Germania di Joachim Low, che aveva vinto tutte e 10 le partite di qualificazione a Uefa Euro 2012, le prime tre partite della fase a gironi e i quarti di finale della competizione giocata in Polonia e Ucraina.

La striscia di vittorie si interruppe con la sconfitta in semifinale proprio contro l’Italia, allora guidata da Cesare Prandelli e col duo Cassano-Balotelli in attacco. Pare passato un secolo. Belgio e Italia si sono qualificate all’Europeo con 10 vittorie su 10, vincendo poi tutte e tre le partite del girone alla fase finale. Con il 2-1 sull’Austria agli ottavi e l’1-0 del Belgio sul Portogallo, azzurri e Diavoli Rossi sono arrivati a eguagliare il primato, con 14 successi consecutivi.

Ma c’è di più: la squadra vincitrice eguaglierà un nuovo primato: 5 affermazioni consecutive solo nella fase finale, record attualmente di Francia (1984), Olanda (tra l’edizione ’88 e quella del ’92) e Repubblica Ceca tra il 2000 e 2004. Inoltre eguaglierà il maggior numero di vittorie (non consecutive) in un’unica edizione della competizione: sinora con 5 successi ci sono la Francia del 1984, del 2000 e del 2016 e la Spagna del 2008. Dati un po’ di numeri, aggiungiamone altri, rapidamente: si tratterà della ventitreesima sfida tra le due Nazionali: bilancio che arride ai nostri colori, con 14 vittorie, 4 pareggi e 4 sconfitte, 43 gol segnati e 24 subiti. Le due formazioni si incontreranno per la quarta volta in una gara valida per la fase finale di un Europeo. Il bilancio dei 3 precedenti è positivo per l’Italia: 2 successi e un pareggio.

Ma venerdì sarà l’Italia brillante della fase a gironi o quella, per lunghi tratti, soggiogata dalla forza fisica e atletica austriaca? O con la malizia (e cattiveria) di Gary Lineker “L’Italia è diventata/si è trasformata nell’Italia”, per far intendere che saremmo tornati quelli bruttini (ma efficaci) del comandamento “primo non prenderle”. Mentre si attende di capire le mosse dei rispettivi commissari tecnici, Mancini e Martinez, c’è da toccare ferro: nel 2013 il c.t. del Belgio guidava il Wigan che, quasi retrocesso, sorprese tutti battendo in finale di FA Cup il City dell’allora poco mitico Mancio. E la sconfitta costò il posto all’ex dieci blucerchiato.

Intanto, proprio Martinez, da buon spagnolo, fa pretattica e “ci liscia” come pochi. Mica è francese, lui. “Affronteremo la miglior squadra del torneo, Roberto Mancini ha fatto un ottimo lavoro in questi anni, è un esempio per tutti. Penso che sarà una grande partita tra due squadre molto forti”. Olé! “Con l’Austria è stato difficile, ha giocatori fisici, atleticamente preparati. Dopo 50 partite stagionali è dura. Col Belgio sarà una gara ancor più difficile, ha fisicità e qualità, ma se vogliamo arrivare in fondo dobbiamo incontrare le squadre più forti. Lukaku è il numero 9 più forte del mondo, averci già giocato contro può essere un vantaggio, ma lo si è già visto contro il Portogallo, riesce ad affrontare anche tre difensori insieme. Il ritorno di Chiellini ci darebbe un notevole aiuto”, le frasi di replica affidate alla rivelazione Pessina, l’ultimo arrivato che si sta imponendo alla grande.

È certo che gli azzurri si inginocchieranno contro il razzismo prima del calcio d’avvio, “per solidarietà” con i calciatori belgi. Quello che non è sicuro, invece, è che i nostri rivali siano in ginocchio per acciacchi e guai fisici: è vero che il portiere Mignolet ha dovuto abbandonare la manifestazione, sostituito da Kaminski, ma a tenere banco sono le condizioni di Kevin De Bruyne ed Eden Hazard, usciti malconci dalla gara contro Cristiano Ronaldo e i suoi fratellini. De Bruyne, falciato da un’entrataccia di Palhinha, ha riportato la distorsione alla caviglia sinistra, mentre Eden Hazard ha chiesto il cambio verso la fine per un risentimento muscolare alla coscia destra.

Si va a momenti: pessimismo mischiato a ottimismo, si ha la sensazione, netta, che Martinez, appunto, faccia pretattica come il miglior tecnico del Belpaese anni Sessanta e Settanta del secolo scorso (il critico Lineker prenda appunti). Hazard è meno pessimista dei compagni di squadra. “Sento un piccolo fastidio. Se resterò fuori per il quarto di finale con l’Italia, rimarrò comunque vicino ai miei compagni: sono il capitano e devo farlo”. Capitano coraggioso. E Mancini? Dovrebbe ributtare dentro capitan Chiellini e dare un turno di riposo al pessimo Berardi dell’altra sera (Chiesa). Poi, si mormora di qualche altro cambio. Ce la caviamo col sempiterno, staremo a vedere. Non si sbaglia. Sicuro.

Gianluca Barni