Sabato 23 Novembre 2024
FRANCESCO BOCCHINI
Calcio

Inter in finale di Coppa Italia, Inzaghi: "Abbiamo meritato". Allegri e il ko della Juventus: "Addormentati all'inizio"

Le parole dei protagonisti dopo la qualificazione dei nerazzurri all’atto conclusivo della manifestazione

La carica di Simone Inzaghi

La carica di Simone Inzaghi

Milano, 26 aprile 2023 - L'Inter è la prima finalista di Coppa Italia. Il gol di Federico Dimarco regala il pass ai nerazzurri, che battono 1-0 la Juventus al Meazza dopo l'1-1 dell'andata. Alla Benamata basta un'unica rete per avere la meglio di una squadra, quella di Massimiliano Allegri, incapace di rendersi mai pericolosa e autrice di una prestazione assolutamente anonima. Ora i lombardi attendono di conoscere la loro rivale nell'atto conclusivo di Roma fra Cremonese e Fiorentina: nell'altra semifinale di ritorno si parte dal 2-0 conquistato dai viola allo Zini. 

Difensori ai microfoni

"Abbiamo fatto un'ottima partita, è davvero una bella vittoria - le parole a fine gara del match winner Dimarco - Il gol più bello fra questo e quello in Supercoppa Italiana contro il Milan? Speriamo lo sia il prossimo. Adesso bisogna pensare gara dopo gara, se lo faremo potremo toglierci delle soddisfazioni. Abbiamo un gruppo incredibile, con ragazzi che lottano per questa maglia in tutte le occasioni". Sulla stessa falsariga le dichiarazioni di Alessandro Bastoni. "Il segreto dell'Inter nelle coppe? La voglia di raggiungere grandi obiettivi. La Juve quest'anno è fra quelle che ci ha messo maggiormente in difficoltà. Abbiamo sofferto fino alla fine, ora testa al campionato perché abbiamo della strada da recuperare". 

Parola a Inzaghi

Entusiasta per il traguardo tagliato è Simone Inzaghi. "E' una bellissima serata, è stata una gara intensa. Considerando entrambe le partite, la nostra qualificazione alla finale è meritata, siamo molto contenti. Giocando a questi ritmi non era assolutamente semplice. Non abbiamo mai perso un metro contro una squadra di grande qualità rimanendo sempre uniti e compatti. Ci siamo abbassati da squadra vera ma li abbiamo anche presi alti, anche quelli che sono entrati hanno fatto bene. Mi porto sensazioni ottime - sottolinea il tecnico interista - Acerbi? Ci dà una grande mano, devo ringraziare la società perché mi ha accontentato in estate. Barella e Lautaro? Sono due giocatori delle grandissime qualità fisiche e tecniche, ma parlare di due soli elementi sarebbe sbagliato nei confronti degli altri. La cosa importante è che, eccetto Skriniar, riesco ad avere tutti i calciatori della rosa a disposizione. Non ci scordiamo che per quattro mesi ho dovuto fare a meno di Brozovic e Lukaku". 

L'Allegri pensiero

Di tutt'altro umore è Allegri. "Siamo stati addormentati per i primi 15 minuti. Dopodiché abbiamo fatto una buona partita, anche se non siamo riusciti a tirare molto in porta. Occorre ricaricare le pile, abbiamo la semifinale di Europa League e in campionato dobbiamo tenere distanti le inseguitrici. Rimbocchiamoci le maniche e lavoriamo con più cattiveria - dice l'allenatore juventino - Danilo out? E' quello che aveva giocato più di tutti, poi era diffidato. Bonucci doveva rientrare, stava meglio e ha fatto anche una buona prova. Serviva sicuramente fare meglio nella fase offensiva, nel primo tempo loro hanno dato una buona pressione soprattutto all'inizio e non siamo riusciti a ribaltare il risultato. E' normale che bisogna aumentare l'attenzione, la voglia, la cattiveria per andare a prendere un risultato. Dispiace perché abbiamo fatto per 60 minuti una buona partita contro un'Inter forte, perché l'Inter è molto forte, l'ha dimostrato, è in semifinale di Champions".

"Teniamo le spalle larghe"

L'amarezza di Allegri è evidente. "Dispiace non essere andati in finale di Coppa Italia. Purtroppo quest'anno, bisogna essere molto bravi, bisogna essere forti in questo momento, tenere bene le spalle larghe, perché comunque quando sei in queste situazioni ti capitano di ogni. Un po' ce le tiriamo noi perché domenica col Napoli ci siamo innervositi e abbiamo preso un gol un pochino da polli, i ragazzi lo sanno. La partita dell'andata con l'Inter l'avete vista tutti - continua il tecnico bianconero - Quando ci sono queste situazioni bisogna essere bravi e forti, perché tutto passa e poi si aggiusta, alla fine le cose tornano. Nell'intervallo ho cambiato perché quando erano bassi loro era difficile, o li prendevi in contropiede nel primo tempo. Nella ripresa quando loro si sono abbassati molto è normale che ci dovesse essere più presenza in area. Milik aveva fatto un'ottima partita col Napoli, veniva da un periodo di assenza e quindi c'era bisogno di farlo recuperare. Con VlahovicKean fuori ho dovuto far giocare Chiesa, ma ero convinto che potesse fare bene da centravanti, si è dato da fare. Nel primo tempo sotto pressione abbiamo buttato via un po' troppi palloni, ma bisogna avere coraggio, aprire gli alettoni, spalle larghe e andare avanti perchè abbiamo sette partite in campionato e abbiamo la Roma e il Milan che ci sono a tre punti e la Lazio è davanti". 

Il commento di Bonucci

"E' una sconfitta che fa male - aggiunge Leonardo Bonucci - Quando si perde certe gare fa sempre male. In questa partita abbiamo cominciato con il freno a mano tirato, subendo un gol evitabile e poi abbiamo faticato a creare. Purtroppo è andata così, dobbiamo voltare pagina e dare tutti qualcosa di più. All'inizio l'Inter ci ha costretto a giocare la palla lunga e con un riferimento come Chiesa fai più fatica. Dovevamo interpretare meglio i primi 20 minuti". 

L'albo d'oro 

A Roma, in occasione della finale in programma mercoledì 24 maggio, l'Inter avrà la possibilità di confermare il titolo vinto nella passata stagione ai danni della Juventus. I due club sono anche fra i primi tre per numero di affermazioni nella storia della manifestazione: 14 per i bianconeri, che hanno trionfato per l'ultima volta nel 2021, e otto per i nerazzurri. Meglio della Beneamata ha fatto - oltre alla Vecchia Signora - anche la Roma con nove successi, anche se l'ultimo è lontano 15 anni. In quarta posizione c'è l'altra squadra della Capitale: la Lazio ha infatti alzato il trofeo in sette occasioni, l'ultima delle quali nel 2019. 

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