Milano, 19 marzo 2023 - Passa la Juve a San Siro e lo fa di misura, con una partita quadrata e organizzata ma con un gol che farà discutere. Decide un mancino di Kostic nel primo tempo, viziato, secondo i nerazzurri, da un fallo di mano di Rabiot a inizio azione ma Chiffi e il Var non sono d’accordo. Per l’Inter poche cose dalle parti di Szczesny se non qualche mischia e tiro da lontano: nerazzurri superati dalla Lazio in classifica, mentre la squadra di Allegri accorcia a sei punti dalla zona Champions. Dopo sette di recupero scatta anche la rissa in campo con rosso per D’Ambrosio e Paredes a partita terminata. Sarà una settimana infuocata.
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Kostic diagonale perfetto, ma è giallo sul mani di Rabiot
Inzaghi, senza Skriniar e Bastoni, lancia De Vrij con Darmian e Acerbi, in fascia Dimarco e Dumfries, in mezzo rientra Brozovic al posto di Mkhitaryan, davanti Lukaku in coppia con Lautaro. Nella Juve gioca Gatti centrale, a centrocampo confermato il terzetto con Locatelli, Fagioli e Rabiot, davanti Soule gioca alle spalle di Vlahovic. Inizio scoppiettante di partita con un destro dalla distanza di Barella che scalda le mani a Szczesny. Dopo un avvio a ritmi alti, la partita si placa, la Juve controlla bene il possesso palla interista e prova a partire per la verticale in ripartenza ma manca di precisione. I nerazzurri invece cercano la manovra avvolgente ma non c’è la giusta qualità per prendere possesso della partita. Al 18’ perfetto scambio tra Lukaku e Barella ma c’è ancora il riflesso di Szczesny a murare la squadra di casa. E allora passa la Juve, tra le polemiche, al 23’. C’è un contropiede ben organizzato da Rabiot che trova Kostic sul lato sinistro: nessun difensore nerazzurro in contrasto e il sinistro si infila all’angolino basso. C’è però un lungo check per un possibile tocco di mano a inizio azione, dai replay ce ne sembrano due, uno di Rabiot e uno di Vlahovic, ma il Var dopo analisi video opta per il gol regolare. San Siro si scalda. Dopo il gol la Juve trova praterie a sinistra con una Inter ancora stordita e disorganizzata, ma un paio di sortite di Kostic non trovano la giusta giocata per il raddoppio. I bianconeri decidono allora di aspettare e ripartire, lasciando palla all’Inter ma chiudendo gli spazi sia centralmente che in fascia. La squadra di Inzaghi si scopre e verso la fine del tempo c’è un prezioso salvataggio di Barella a centro area a sventare il raddoppio. In avanti, invece, l’Inter si vede solo con un colpo di testa a lato di Lukaku. Troppo poco per meritare il pari. All’intervallo è vantaggio juventino, con una partita organizzata, di attesa, ma con idee chiare su come ripartire e fare male all’Inter, la quale invece non ha trovato geometrie ficcanti e la verticale per Lukaku e anche in fascia, soprattutto a destra con Dumfries, poche cose per impensierire la retroguardia bianconera.
Inter senza idee, poi la rissa finale e le due espulsioni
Lo spartito della ripresa non cambia, la Juve continua ad aspettare e a far scoprire l’Inter, che dal canto suo prosegue in una manovra non funzionale ad aprire spazi. Non succede granché a parte un cross di Barella con sponda di Dimarco per il destro ciccato da Brozovic. La Juve invece dà l’impressione di essere sempre pericolosa in ripartenza ma Vlahovic non sfrutta una buona palla al limite sparando un sinistro a salve tra le braccia di Onana. Ci prova anche Locatelli dalla distanza ma il risultato è lo stesso, con l’inter che offre spazi in contropiede e con un equilibrio precario che Inzaghi prova a risolvere con i cambi. Dentro D’Ambrosio e Mkhitaryan al posto di Dimarco e Barella. Allegri invece punta sulla velocità e la tecnica di Chiesa per il contropiede. Proprio il neo entrato gestisce un contropiede coast to coast al 70’ ma il destro dal limite sfila a lato non di molto. L’Inter invece non riesce a creare nitide palle gol ma solo potenziali occasioni da rete, arrivando con costanza sulla trequarti ma poi trovandosi murata nell’accesso in area, respinto dalle linee compatte di Allegri. Serve una giocata di qualità, fuori dagli schemi, ma non arriva e anche l’apporto di Lukaku si fa più evanescente nell’attacco alla verticale e nella sponda per gli inserimenti dei compagni. I nerazzurri provano a scegliere le vie laterali, ma i traversoni o sono imprecisi o sono preda degli artigli di Szczesny che governa bene l’area di rigore con l’ordinaria amministrazione. La tattica juventina premia, Gatti mura un cross pericoloso di Dumfries e la 4x100 bianconera riparte in contropiede con Kostic che viene murato sul più bello con la difesa Inter in evidente affanno. Inzaghi va con l’artiglieria pesante, dentro anche Dzeko e Correa, avanti tutta ma dietro Onana salva un gol già fatto di Locatelli anticipandolo da campione su cross di Chiesa. Il numero sette però si infortuna e Allegri è costretto alla sostituzione, mentre il collega nerazzurro sceglie Bellanova per le ultime sgroppate in fascia. Gli assalti interisti restano confusi, fatti più di cuore che di idee e infatti non sortiscono grandi occasioni da rete dalle parti del portiere bianconero che continua ad uscire con grande puntualità e senza esitazioni. A cinque dalla fine c’è una grande mischia in area bianconera ma la difesa riesce a sventare prima del destro dalla distanza di Mkhitaryan che sibila a lato con Szczesny a battezzare bene la traiettoria. Finale sempre più convulso, Allegri lamenta i mancati fischi di Chiffi mentre l’Inter lamenta le perdite di tempo. Occasioni? Nessuna. C’è una punizione di Calhanoglu deviata e poco altro dalle parti dell’area ospite. Al 93’ c’è un sinistro al volo di Mkhitaryan che termina di poco alto. Incapace l’Inter anche di mettere dentro l’ultimo pallone in the box, con una punizione sulla trequarti cestinata dalla coppia Calhanoglu-Brozovic. Dopo sette di recupero Chiffi fischia la fine ma scoppia il parapiglia tra Paredes e D’Ambrosio che non se le mandano a dire e vengono espulsi tra la confusione generale e animi surriscaldati. Inter scavalcata dalla Lazio, Juve a meno sei dalla zona Champions.