Milano, 21 marzo 2023 - Simone Inzaghi di nuovo sotto esame. O forse lo è sempre stato. La sconfitta, con polemiche, contro la Juventus lascia spazio ad ulteriori dubbi sulla possibile riconferma del tecnico nerazzurro sulla panchina dell’Inter la prossima stagione. Anzi, i rumors di mercato sembrano andare in tutt’altra direzione e forse solo un cammino prodigioso in Champions League potrebbe cambiare alcuni umori nella dirigenza interista. C’è convinzione che la rosa allestita in estate sia migliore rispetto al punteggio attuale, e anche se la nona sconfitta è arrivata con un presunto torto arbitrale, l’indirizzo intrapreso in stagione non ha convinto i piani alti che vedono il Napoli a più 21, distacco enorme, e un dato relativo alle sconfitte stagionali troppo alto per una squadra campione d’Italia solo due anni fa. A gettare ombre sul futuro di Inzaghi anche quello che sta accadendo a Londra tra il Tottenham e Antonio Conte.
Conte e Motta i papabili?
Non è da escludere un ritorno in Italia di Antonio Conte, che in questa settimana potrebbe ricevere dal Tottenham la comunicazione dell’interruzione del rapporto. Agli Spurs non sono piaciute le recenti uscite dell’allenatore salentino e secondo il Telegraph entro la fine della settimana dovrebbe arrivare la separazione tra le parti, con il club inglese che dovrebbe affidare la panchina Ryan Mason da qui a fine stagione. Sempre dall’Inghilterra nelle settimane scorse erano giunti i rumors di contatti informali tra Conte e l’Inter nonostante la burrascosa uscita di scena dopo il diciannovesimo Scudetto. L’ex allenatore di Juve e Chelsea vorrebbe tornare in Italia e tra le panchine disponibili potrebbe esserci proprio quella dell’Inter, con la missione, storica, di raggiungere la seconda stella. E’ sicuramente presto per parlarne ma il trend stagionale di Inzaghi non induce ottimismo sulla riconferma e non a caso emergono i nomi di eventuali sostituti. Se Jurgen Klopp appare una suggestione impraticabile, quella di Conte sembrerebbe strada non impossibile, il salentino si è trovato molto bene a Milano, mentre una terza pista concreta sarebbe quella di Thiago Motta. L’ex interista, vincitore del Triplete nel 2010, sta facendo un ottimo lavoro a Bologna ma ha contratto per il 2024 e il club rossoblù dovrebbe acconsentire ad una separazione anzitempo, soluzione non scontata. Ma resta il dato di fondo, cioè la sensazione che l’Inter possa cambiare tecnico a fine stagione e forse indipendentemente da ciò che farà Inzaghi nelle coppe, quarto di finale di Champions da giocare contro il Benfica e una semifinale di Coppa Italia contro la Juventus, e a pesare di più sulla bilancia è il percorso accidentato in campionato rispetto a quello convincente nelle gare dentro o fuori.
Mercato: Thuram e Firmino
In tutto questo non è nemmeno escluso che anche sulla rosa possano esserci importanti cambiamenti per il prossimo anno, cercando di fatto una rivoluzione tecnica per rilanciare un ciclo che appare finito. Sul mercato possono portare soldi in cassa sia Denzel Dumfries, anche se in calo di rendimento e di valore, sia Marcelo Brozovic, ormai soppiantato nel ruolo di regia da Hakan Calhanoglu. Tra i partenti c’è sicuramente anche il Tucu Correa, voluto fermamente da Inzaghi ma mai realmente incisivo per rendimento e continuità tra acciacchi e infortuni vari. Non vanno dimenticati nemmeno i giocatori in scadenza. Milan Skriniar sposerà a parametro zero la causa Paris Saint Germain mentre i dialoghi con Edin Dzeko e Stefan De Vrji sembrano non avere sbocchi. Il bosniaco dovrebbe accettare un ingaggio ribassato mentre l’olandese ha perso la titolarità ed è corteggiato dalla Premier League. Non ci sono invece intenzioni di rinnovo da parte della società su Samir Handanovic, Danilo D’Ambrosio e Roberto Gagliardini, altri tre che quasi certamente cambieranno aria. Per quanto riguarda i prestiti, si lavora alla riconferma di Francesco Acerbi, tra i più positivi, mentre su Romelu Lukaku oggi non ci sono certezze se non che a giugno terminerà il prestito e rientrerà al Chelsea. Oggi, la riconferma è tutto tranne che certa, sia per una stagione condizionata dagli infortuni, e Lukaku ancora oggi non è al top, sia per i costi di un nuovo prestito che magari la dirigenza Inter vorrebbe dirottare altrove. Ma su questo Conte potrebbe avere un impatto se effettivamente deciderà di tornare avendo utilizzato Big Rom come perno assoluto dell’attacco nel suo biennio. E sul mercato in entrata? Continua a piacere Marcus Thuram, in scadenza con il Borussia Monchengladbach, che ha tanti estimatori e in primavera annuncerà cosa fare e dove andare. In avanti piace anche l’esperienza di Roberto Firmino, pure lui in uscita dal Liverpool. In difesa, invece, il nome è quello di Oumar Solet, 23enne del Salisburgo con un valore di 15 milioni di euro.
Var e Chiffi: l’Inter prosegue
Continuano invece le polemiche per il gol di Kostic viziato, secondo gli interisti, dal un triplo tocco di mano a inizio azione. Le immagini del post partita, con alcuni frame nuovi rispetto ai replay mandati in onda, hanno dato maggior forza alle proteste della dirigenza nerazzurra e dell’allenatore Simone Inzaghi, perché oltre al tocco di Adrien Rabiot con il braccio sinistro ne è stato immortalato un secondo, decisamente più chiaro, di Dusan Vlahovic in fase di controllo del pallone. Il serbo si è aggiustato il pallone con il braccio destro ed è un altro fattore di rabbia per i nerazzurri che sono totalmente in disaccordo con la tesi arbitrale basata sulla mancanza di immagini chiare per procedere al review della decisione di Chiffi. Il capo degli arbitri Rocchi ha difeso l’operato del Var Mazzoleni mentre non avrebbe del tutto apprezzato la gestione della partita di Chiffi, ma non tanto sull’episodio incriminato quanto sul metro di direzione di falli e cartellini. Ma l’Inter tira dritto sulla protesta per quel maledetto fallo di mano che è stato seguito da quasi 4 minuti di dialogo in cabina Var alla ricerca di una immagine che sancisse il chiaro errore di Chiffi. All’Inter servirebbe il dialogo tra Mazzoleni e l'arbitro per poter capire i motivi del mancato on Field review, ma difficilmente l’audio sarà reso pubblico e disponibile. Di sicuro, è la tesi nerazzurra, sarebbe stato meglio far vedere le immagini all’arbitro e far decidere lui, in autonomia, sull’accaduto di un’azione che lo aveva visto in ottima posizione per vedere al meglio eventuali infrazioni. Se ne parlerà ancora per diverso tempo, soprattutto durante una sosta di campionato… Leggi anche - Cori antisemiti Lazio, parte l'indagine