Milano, 28 gennaio 2021 – E all’improvviso Christian Eriksen riaccese i sogni e le speranze del tifo nerazzurro. L’Inter non segnava su punizione da tre anni, ci ha pensato il danese con la perla di Coppa Italia a condannare il Milan nel derby: l’uomo più inatteso a decidere una delle partite più importanti dell’anno. Da reietto a protagonista, tutto in quei cinque secondi al minuto 97 di Inter-Milan.
Eriksen resta
Può una punizione cambiare le sorti di un calciatore? Chissà, di sicuro Eriksen ha mandato un segnale ma tra il dire e il fare c’è di mezzo il modulo di Conte. Abortita la pista trequartista per rendere più concreta la difesa, a Eriksen è stato ritagliato un possibile nuovo ruolo da regista basso, posizione in cui di solito staziona Brozovic che difficilmente è sostituibile nello scacchiere del tecnico nerazzurro. Ma il danese resta un giocatore di talento, di visione, di piede e, soprattutto, di alto ingaggio: lasciarlo ai margini dopo un investimento importante non avrebbe senso anche in ottica futura cessione, che quasi certamente non avverrà a gennaio. C’era la volontà di separarsi se la Premier avesse mandato un segnale concreto, però non è arrivato.
Leicester e Spurs, alla fine c’è…l’Inter
Tante le piste ipotizzate, pochissime quelle concrete. Il Tottenham aveva provato a riprenderlo, ma sostanzialmente a zero euro e l’Inter ha risposto picche. Più incisivo il Leicester con una proposta in prestito oneroso, si parla di 5 milioni, più ingaggio totalmente pagato, ma anche in questo caso la pista è stata abbandonata presto: il succo del discorso è che a determinati parametri Eriksen non è cedibile a gennaio, tanto vale provare a recuperarlo e inserirlo in qualche modo nel progetto. Come? Toccherà a Conte, di sicuro la pista più probabile è quella del perno basso, anche se al danese manca una certa prestanza fisica in fase di non possesso. Poi c’è l’aspetto calci da faremo, dove lui è grande specialista e, come visto in Coppa Italia, quando non arriva il gol su azione diventa fondamentale sfruttare i piazzati: il successo infatti nasce da un rigore trasformato da Lukaku e appunto dalla punizione di Eriksen. Più volte il mediano in patria ha espresso insoddisfazione per il mancato minutaggio, ma a volte anche un minuto di gloria può trasformarsi in una rinascita, a maggior ragione in un girone di ritorno in cui l’Inter è chiamata a provarci per lo Scudetto. E chissà che qualche calcio da fermo non sia la soluzione determinante, chissà che il recupero di un giocatore di talento non possa dare soluzioni in più. Eriksen resta e sogna un futuro da protagonista.
Leggi anche - Lite Lukaku-Ibra, lo svedese: "Nel mio mondo non c'è razzismo"