Napoli, 16 giugno 2021 - L'intera Italia ha tante aspettative sull'avventura appena iniziata a Euro 2020, ma all'interno della spedizione azzurra c'è qualcuno che più di tutti si gioca una bella fetta di carriera: si tratta di Lorenzo Insigne, che porta con sé il fardello fatto di onori e oneri conseguente all'assegnazione del prestigioso numero 10. Ma non solo.
Una stagione strepitosa
Proprio nel ritiro della Nazionale il folletto di Frattamaggiore ha compiuto 30 anni, un traguardo ritenuto in un certo senso simbolico nel mondo del calcio perché rappresenta la classica età della piena maturazione. Numeri e prestazioni alla mano, è esattamente ciò che Insigne sta vivendo fin dall'alba della stagione che è arrivata ai titoli di coda, come testimonia il bottino di 19 reti e 11 assist raccolto nelle 48 partite disputate con la maglia di un Napoli che se ha a lungo accarezzato il sogno Champions League, poi incredibilmente sfumato nell'ultima di campionato contro il Verona, lo deve principalmente al talento e all'estro del suo giocatore più rappresentativo. Eppure, la massima 'nemo propheta in patria' continua ad assillare Insigne, a cui, almeno nella sua città, viene perdonato poco o nulla: basti pensare alle critiche rivolte quasi esclusivamente al capitano all'indomani proprio del deludente pareggio interno contro i gialloblù.
L'ultimo grande talento azzurro
Paradossalmente, il resto dell'Italia, quella che ora si è compattata intorno alla Nazionale di Roberto Mancini, è da sempre più clemente con il suo numero 10, nel quale ha individuato il possibile degno erede (con le dovute proporzioni) di autentici geni del pallone come Roberto Baggio, Francesco Totti e Alessandro Del Piero, col quale Insigne ha in comune il celebre e micidiale tiro a giro: paragoni che oggi sembrano forse un po' eccessivi. Sta proprio al piccolo scugnizzo far ricredere gli ultimi scettici, quelli che ancora faticano a inserirlo nell'elite del calcio italiano perché magari guardano un po' troppo a un palmares in effetti spoglio di grandi trofei. Per ora: un successo in un Europeo vissuto da protagonista cambierebbe tutto. Lo sa bene Insigne, che sente questa competizione forse più degli altri, come si è visto nel primo tempo contro la Turchia in cui era apparso teso e stranamente impreciso. Scrollata di dosso l'ansia, il numero 10 è salito in cattedra realizzando la terza rete e issandosi ancora di più a leader dell'Italia: un'Italia che già contro la Svizzera gli chiede il bis prima di annetterlo con piacere nel gotha dei più amati.
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