Napoli, 22 settembre 2022 - Finora è stato uno degli elementi più positivi di questa prima parte di stagione del Napoli, forse oscurato solo dall'impatto boom di Khvicha Kvaratskhelia sull'altra corsia. A fermare Matteo Politano ci ha pensato l'infortunio occorso in casa del Milan che da oggi ha una diagnosi precisa.
I tempi di recupero
Per l'esattezza una distrazione del legamento peroneo anteriore destro che necessiterà di non meno di 3 settimane per il pieno recupero. L'esterno verosimilmente salterà le partite di campionato contro Torino, Cremonese e Bologna, oltre al doppio confronto di Champions League con l'Ajax. Insomma, una brutta tegola per Luciano Spalletti, che può consolarsi intanto con il rientro in gruppo di Diego Demme, che scalda i motori anche sui social con la consapevolezza di dover scalare parecchie gerarchie per trovare spazio in un reparto molto collaudato. Poi c'è l'incognita Victor Osimhen, che conta di tornare a calcare il rettangolo verde di gioco o contro la Cremonese o in una delle due sfide all'Ajax. Se la defezione di Politano, anche alla luce della scarsa continuità che da sempre caratterizza il sostituto naturale Hirving Lozano, preoccupa non poco, quella del nigeriano sta paradossalmente aprendo il ragionamento opposto: come si fa, in questo momento, a togliere dal campo uno tra Giacomo Raspadori e soprattutto Giovanni Simeone? Una bella domanda alla quale dovrà rispondere tra qualche settimana Spalletti, che ovviamente si coccola l'abbondanza in un reparto dove in passato regnava la problematica della totale dipendenza dalla prima punta titolare.
Arma turnover
La soluzione spesso è sotto gli occhi e più semplice di quanto si possa pensare: per porre finire al dominio incontrastato (e dannoso) del numero 9 di turno al Napoli è bastato alzare il livello delle riserve. E' successo in attacco, ma non solo e l'impressione è che molte risorse a disposizione di Spalletti siano ancora pressoché sconosciute. Con una stagione densa di appuntamenti ci sarà tempo e spazio per tutti: parola del tecnico toscano, che ha trasformato il turnover da spauracchio da evitare ad arma preziosa per mantenere la rosa fresca e pimpante. Facile difendere le proprie scelte ora che la squadra va bene, verrebbe da dire. Eppure Spalletti lo ha fatto anche dopo le deludenti frenate contro Fiorentina e Lecce, quelle che avevano già messo in discussione il nuovo corso azzurro. Poi la sinfonia è tornata perfetta e lo ha fatto proprio grazie alle rotazioni volute dall'allenatore toscano.
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