Napoli, 24 dicembre 2020 - Alla fine serve sempre Lorenzo Insigne per togliere le castagne dal fuoco: solo una prodezza del capitano ha evitato una sconfitta che avrebbe aperto davvero i cancelli della crisi, oltre a far trascorrere un Natale amarissimo a tutto il mondo Napoli.
Tra stanchezza e infortuni
Eppure, l'impressione neanche tanto velata è che nemmeno il punto raccolto in pieno recupero possa fungere da balsamo per lenire i recenti dolori, che hanno varia natura. La prima è fisica: i partenopei sono scarichi, soprattutto in quei reparti maggiormente colpiti dagli infortuni. Poi c'è un chiaro problema mentale che nemmeno la notizia arrivata sul fronte Juventus-gate è riuscito a risolvere: chi si aspettava una botta di adrenalina dopo il ribaltamento delle precedenti sentenze e della restituzione del punto di penalizzazione è rimasto deluso da quanto espresso ieri sul prato del Maradona contro l'ultima della classe. Certo, un rapido sguardo alla rosa del Torino lascia intuire quanto le potenzialità dei granata vadano ben oltre quelle espresse finora in un inizio di campionato da incubo, ma ad oggi le difficoltà della banda Giampaolo sono chiare a tutti. Tutti, tranne un Napoli che non ne ha saputo approfittare, rischiando addirittura una sconfitta che sarebbe stata sanguinosa soprattutto per Gennaro Gattuso, stanco e scarico proprio come la sua squadra: verrebbe da dire che mai come in questo caso il feeling tra l'allenatore e i propri giocatori è totale.
Zielinski predica nel deserto
Sono pochi a salvarsi nel disastro (parziale) del temutissimo turno pre-natalizio, quello che in un certo senso chiude il cerchio dell'anno: un anno che all'ombra del Vesuvio ha vissuto più di delusioni che di gioie, con la Coppa Italia che svetta tra queste ultime. Anche a livello di singoli, quello che un tempo era il punto di forza degli azzurri, si è visto poco: basta l'ottimo inizio di stagione di Hirving Lozano a far dimenticare qualche flop di troppo, compreso quello proprio del messicano l'anno scorso? Insomma, il parco giocatori non sta crescendo, ma tra le eccezioni può essere annoverato sicuramente Piotr Zielinski, ieri uno dei pochi a provarci e a salvarsi dalle critiche. Se il polacco sta diventando sempre più importante nell'economia del gioco di Gattuso, vive la parabola opposta Andrea Petagna che, gol a parte, sta confermando qualche timore della vigilia (e non di Natale): nonostante la mole, l'ex Spal difficilmente può reggere l'intero peso dell'attacco sulle spalle, soprattutto quando la squadra non gira.
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