Milano, 11 giugno 2020 - Doveva essere un incontro per spronare la squadra in vista della partita più importante della stagione, si è rivelato invece un pomeriggio caldo, quasi rovente. Protagonisti Ivan Gazidis da una parte e Zlatan Ibrahimovic dall’altra. Quest’ultimo ha esposto i sui dubbi sul progetto e sulla mancata presenza del manager sudafricano a Milanello nel recente passato; il diretto interessato, con toni pacati e civili, ha spiegato che in futuro sarà più presente. Questo secondo incontro-scontro tra i due (il primo fu prima di Milan-Genoa, quando l‘ad milanista spiegò alla squadra i motivi del licenziamento di Boban) non sembra però aver portato ad un chiarimento.
Ibrahimovic, insieme a Romagnoli, Bonaventura e Begovic, ha rappresentato l’intera rosa del Milan dialogando con Gazidis e mostrando molti dubbi e perplessità sull‘operato della società, facendo capire apertamente di nutrire dubbi sul progetto. Punti di vista differenti, ma è lecito chiedersi: cosa accadrà ora? La sensazione è che il futuro di Ibrahimovic, al termine della stagione, sarà lontano da Milanello e dal Milan. Come dire, bene che ci sia stato l’incontro, rivedibili i tempi però. Perché a 48 ore dalla semifinale di ritorno di Coppa Italia contro la Juventus, vale a dire la gara più importante della stagione, serviva tranquillità. Quella che il Milan, in questo momento, non ha.
Il manager sudafricano mancava dalle parti di Carnago da tre mesi, con l’ultima visita che datava 6 marzo. Cosa abbastanza normale, visto il lockdown vissuto, ma con la ripresa degli allenamenti ci si immaginava che facesse visita alla squadra prima, per provare a rassicurarla sui molteplici punti di domanda attorno al futuro del club. Gazidis, di certo, non vive quotidianamente Milanello come fanno, invece, Massara e Maldini (quest’ultimo assente ieri, un altro segnale del suo prossimo addio ai colori rossoneri), ma l’incontro è comunque servito per fornire risposte a precisi interrogativi. Lasciando, però, ancora molti dubbi: per prima cosa l’ad non ha rassicurato quei giocatori che vorrebbero ridiscutere la propria posizione, con Ibrahimovic, Donnarumma e Calhanoglu che dovranno ancora pazientare. E poi ha anche ammesso che, sul lato sportivo, i prossimi due mesi sono cruciali per tutti: giocatori, dirigenti e anche per lui.
Infine, invece di comunicare la piena fiducia nei confronti di Pioli, ha ammesso che non c’è ancora stata una scelta definitiva su chi guiderà la squadra nella prossima stagione. E questo, a 48 ore dalla sfida con la Juve, non sembra il modo per caricare i calciatori, ai quali ha ribadito il sì alla loro proposta di rinunciare al 50% della mensilità di aprile.