Napoli, 18 giugno 2020 - Dice bene Aurelio De Laurentiis: la vittoria del Napoli in Coppa Italia era nell'aria fin dall'arrivo di Gennaro Gattuso. La motivazione è presto detta: il tecnico calabrese, un po' per scelta e un po' per necessità, ha puntato tutte le sue fiches su un torneo da sempre connotato da una duplice natura. Quasi un peso per chi ha ambizioni più elevate e una ragione di stato per chi sugli altri fronti vive una stagione al di sotto delle aspettative. Certo, nel caso della Juventus è difficile prendere in considerazione la prima teoria: vuoi per il Dna vincente del club bianconero, vuoi per quel tormentone destinato a restare chimera anche quest'anno chiamato Triplete. E' più facile invece annettere gli azzurri nel secondo girone, quello che ha portato un'intera città ai festeggiamenti folli che non saranno piaciuti ai fautori del distanziamento sociale. In amore, in guerra e pure nel calcio è tutto lecito, verrebbe da dire senza troppa convinzione. E così Ringhio, nel clima di tripudio generale, appone un altro traguardo nella sua carriera: il primo successo da allenatore, invece il sesto in Coppa Italia per il Napoli e il terzo sotto la gestione di un De Laurentiis disposto a cancellare la questione multe. I numeri e le statistiche non possono spiegare fino in fondo gli ingredienti portati da Gattuso. Due li ha citati lo stesso tecnico nel discorso in mezzo al campo a fine partita: passione e appartenenza. Gli altri partono da uno spogliatoio ricostruito dopo la guerra intestina dello scorso inverno, al punto che alcuni giocatori chiave hanno disfatto le valigie, decidendo di restare all'ombra del Vesuvio. E' il caso di Dries Mertens ma forse non di José Callejon, le cui lacrime dell'Olimpico lasciano presagire l'addio. Potrebbe essere quello di Arkadiusz Milik, passato da promesso sposo proprio della Juventus a eroe del calcio di rigore decisivo dopo che Alex Meret, a lungo confinato in panchina, era stato capace di ipnotizzare Paulo Dybala. Per il club partenopeo arriva così, insieme al titolo, l'11esima partecipazione consecutiva in Europa, con De Laurentiis che, sull'onda del flusso positivo, sogna addirittura la clamorosa scalata fino alla zona Champions League. L'impresa è difficile, ma Gattuso si esalta proprio in questi contesti grazie alle sue armi: 4-5-1 in fase di non possesso, difesa impenetrabile, ripartenze fulminee sotto la regia della sua intuizione sul mercato Diego Demme ma, soprattutto, passione e appartenenza.
CalcioNapoli, passione e appartenenza. Così Gattuso ha trasformato gli azzurri