Roma, 15 aprile 2020 - Un protocollo basato su "principi di semplicità, fattibilità e attendibilità", squadre in ritiro chiuso e ripartenza scaglionata, con priorità alle attività di serie A, rispetto a quelle di B e C. Questa sostanzialmente la ricetta della Figc e della sua Commissione medico scientifica per tentare di portare a termine questa disgraziata stagione calcistica. "Per far ripartire il calcio in sicurezza è fondamentale in questa fase mettere a punto le migliori procedure possibili per riprendere l’attività quando ripartirà tutto il Paese. Lavoriamo senza fretta, ma senza sosta per farci trovare pronti quando le istituzioni ci daranno il via libera", le parole del presidente della Figc, Gabriele Gravina.
Entrando nello specifico di quanto comunicato dalla Federazione dopo la seconda riunione in videoconferenza della Commissione medico scientifica, si legge come venga consigliato un ritiro chiuso, almeno per quanto concerne il primo periodo di allenamento, e che questo debba essere preceduto da uno screening (72-96 ore prima di iniziare) a cui si dovrà sottoporre tutto il cosiddetto "gruppo squadra", formato, oltre che dai giocatori, anche dallo staff tecnico, dai medici, dai fisioterapisti, dai magazzinieri e dal personale più a stretto contatto con i calciatori. Tali indagini prevedono, oltre all’esecuzione del test molecolare rapido e del test sierologico (con la tipologia che sarà indicata dalle autorità competenti), un’anamnesi accurata, una visita clinica (valutazione degli eventuali sintomi e misurazione della temperatura corporea) ed esami strumentali e del sangue.
Inoltre, centri sportivi, palestre, spogliatoi e alberghi (qualora i club non avessero una propria sede per il ritiro) dovranno essere sanificati.