Giovedì 14 Novembre 2024
LEO TURRINI
Calcio

Cristiano Ronaldo alla Juve. Trofei, record e manie di Cr7

Il portoghese andato alla Juve non è solo uno dei più grandi calciatori di ogni tempo Cristiano Ronaldo-Juventus, le tappe dell'affare dell'estate Cristiano Ronaldo alla Juve. "Era il momento di un nuovo ciclo"

Cristiano Ronaldo (Ansa)

Cristiano Ronaldo (Ansa)

Roma, 11 luglio 2018 - Quando si dice il destino! Cristiano Ronaldo dos Santos Aveiro era ancora minorenne quando, nell’agosto 2002, debuttò in Champions League, vestendo la maglia dello Sporting Lisbona. Indovinate contro chi? Ma l’Inter di Massimo Moratti... Ora che, a 33 anni suonati, l’ossessione juventina per la Coppa con le orecchie lo porta in Italia, il figlio di Maria Dolores e José Dinis non è solo uno dei più grandi calciatori di ogni tempo. CR7 nemmeno è soltanto un geniale marchio di fabbrica, sebbene sia un produttore sano di ricchezza (fra stipendi e sponsor si calcola abbia accumulato una fortuna personale superiore al miliardo e mezzo di euro). No. Ronaldo è molto di più. È uno specchio. Dei tempi moderni. Tra splendori e manie, tra mito e mitomania.

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Cristiano Ronaldo-Juventus, le tappe dell'affare dell'estate

Cristiano Ronaldo alla Juve. "Era il momento di un nuovo ciclo"

Cristiano, in termini di notorietà trasversale, è quello che fu Muhammad Ali, il pugile profeta, nella seconda metà del Novecento. State a sentire. Gli hanno dedicato un aeroporto a Madeira. Sono state edificate statue in suo nome. Ha finanziato una scuola di calcio nella disgraziatissima Striscia di Gaza. Ha avuto tre figli (su quattro) da mamme surrogate, perché si fidava di una madre solo, la sua, quella Maria Dolores che dicono sia l’unica femmina a contare davvero qualcosa nella esistenza del Campionissimo. Fidanzate rigorosamente soltanto top model, astenersi chiattone. È stato accusato di una gigantesca evasione fiscale e se in Italia passa la flat tax di sicuro non gli dispiace, con quello che viene a guadagnare. Ha alzato la Champions (sempre quella, eh) cinque volte. A 18 anni lasciò il Portogallo per il Manchester targato United e riconosce in sir Alex Ferguson il suo maestro e mentore.

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Non va d’accordo con il connazionale Jose Mourinho, insieme al quale pure ha vinto qualcosa a Madrid. Con il Real ha segnato gol meravigliosi e quegli ingrati del Bernabeu talvolta lo fischiavano. È un fanatico della preparazione fisica, cura l’alimentazione in modo maniacale, l’ex compagno Evra ha suggerito di non accettare mai i suoi inviti a cena, ti mette in tavola locuste e noccioline. Ancora? Pare tenga le preziosissime gambe immerse per ore nel ghiaccio. Usa macchinari iper tecnologici per allenarsi in casa. Visto da vicino ha muscoli da paura. Una volta ad Alex Del Piero che lo intervistava ha detto: ho 33 anni ma me ne sento 25 e voglio giocare fino a 40. All’ultimo mondiale in verità non se l’è cavata benissimo, non ha visto palla contro iraniani e uruguaiani, ma forse aveva già in mente la Signora bianconera e inoltre non si può avere tutto dalla vita e in fondo all’eterno nemico Leo Messi è andata pure peggio. Adesso arriva e ha una Coppa, sempre quella, da alzare. Se ce la fa, gli juventini lo fanno santo.

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