Torino, 14 novembre 2021 - Da "sarrismo" a "corto muso". Due filosofie di calcio, quelle di Maurizio Sarri e Massimiliano Allegri, totalmente agli antipodi. Una fa del bel gioco il proprio marchio di fabbrica: il divertimento e il piacere di giocare ancora prima del risultato. L'altra vede quest'ultimo come l'unico fine, che giustifica anche mezzi e strade per raggiungerlo non proprio spettacolari. Due modi di vedere il pallone che sabato prossimo si contrapporranno in occasione di Lazio-Juventus, in programma alle 18 all'Olimpico, e che apparentemente non sembrano avere niente in comune. Ma da ora non è più così. Già, perché l'espressione "corto muso" è entrata tra i neologismi della Treccani, la più famosa enciclopedia italiana, dove dal 2018 è presente il termine "sarrismo", in omaggio dell'attuale tecnico biancoceleste.
La spiegazione
L'espressione "corto muso" viene usata per descrivere le vittorie ottenute col minimo distacco, come quando un cavallo in gara primeggia su un altro al fotofinish, solo grazie a una porzione del suo muso. Ma se "corto muso" è nata nel mondo dell'ippica, è stato attraverso il calcio che si è diffusa fino a diventare un modo di dire piuttosto comune, soprattutto nel giornalismo sportivo. Nell'aprile 2019 la rese celebre Massimiliano Allegri, allora come oggi allenatore della Juventus, usandola per spiegare che l'importante era vincere, e che una rete o un punto di vantaggio erano sufficienti. Il concetto può apparire tautologico a chi non segue il dibattito calcistico, ma riassume – per farla semplicissima – la divergenza di vedute tra gli allenatori che puntano al risultato e quelli che puntano al "bel gioco".
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