Milano, 3 febbraio 2021 – La sconfitta nella semifinale di andata di Coppa Italia con la Juve riapre una sorta di crisi identitaria in casa Inter. Da un lato la squadra si è scoperta in difficoltà con le assenze di Hakimi e Lukaku, dall’altro il tecnico Conte ha parlato di progetto fermo ad agosto. Nel mezzo ci sono le trattative di Suning per cedere la società e gli stipendi dilazionati nel tempo: la rincorsa allo Scudetto non sarà facile.
Il summit estivo
Probabilmente Conte si riferisce a ciò che emerso nel summit di Villa Bellini ad agosto, quando il presidente Steven Zhang ha illustrato a dirigenza e tecnico lo stop agli investimenti sul mercato, causa di una crisi economica mondiale che sta mettendo in ginocchio tanti. Infatti, se l’anno precedente erano arrivati Lukaku, Barella, Sensi e compagnia, negli ultimi mercati il club ha agito spesso a parametro zero con (Kolarov e Vidal). L’unico vero investimento è stato Hakimi, pagabile a marzo come da accordi con il Real. Insomma, per Conte gli investimenti sono finiti ad agosto, e con essi il progetto di Suning.
Stipendi e cessione
In queste settimane il club nerazzurro ha saldato gli stipendi fino a ottobre, evitando di oltrepassare la dead line fissata dalla Figc, mentre su novembre e dicembre si è giunti ad un accordo con i tesserati per un versamento a primavera inoltrata. Probabilmente lo stesso discorso verrà fatto anche con i mesi di gennaio e febbraio, aspetti che comunque possono influenzare il rendimento della squadra in campo, finora brava a restare in corsa per lo Scudetto dopo l’eliminazione in Champions. Sullo sfondo, però, persistono le trattative di Suning per la cessione dell’Inter: interrotti i dialoghi con Bc Partners, restano in piedi quelli con Eqt (fondo svedese) anche se uno dei problemi risulta essere la valutazione cinese del 100% del club, ovvero circa un miliardo. In mezzo a queste difficoltà l’Inter dovrà provare a ribaltare la situazione in Coppa Italia con il ritorno a Torino e al tempo stesso cercare di portare a casa uno Scudetto che ormai manca da troppo tempo.
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