Mercoledì 13 Novembre 2024
MANUEL MINGUZZI
Calcio

Calciopoli e la chiavetta di Moggi, Moratti: “Notevole volgarità”

L’ex dg bianconero protagonista della puntata di Report con la chiavetta contenente 17mila intercettazioni. Moratti si difende: “Avrei dovuto chiedere i danni”

Massimo Moratti

Massimo Moratti

Milano, 19 aprile 2023 - A distanza di 17 anni Calciopoli non si è ancora chiusa. L’ex direttore bianconero Luciano Moggi prova ancora a tirare in ballo l’Inter. Durante l’ultima assemblea degli azionisti ha consegnato una chiavetta al presidente uscente Andrea Agnelli, e lo stesso ha fatto per le riprese dell’ultima puntata di Report andata in onda lunedì, con l’intenzione di svelare alcuni discutibili comportamenti del mondo nerazzurro di quegli anni. Moggi è convinto che fosse l’Inter ad influenzare il mondo arbitrale e che durante le indagini di Calciopoli ci sia stata massima attenzione solo sulla Juventus, quando anche i nerazzurri sarebbero stati protagonisti di intercettazioni sospette e mai realmente prese in considerazione dagli inquirenti. La chiavetta conterrebbe dunque le intercettazioni mai utilizzate nelle indagini e che Moggi sta divulgando nel mondo mediatico.

Nella trasmissione di Rai tre, inoltre, è stato anche svelato un incontro tra Moratti e il designatore Bergamo dopo il famoso 5 maggio 2002, data in cui l’Inter lasciò sul campo dell’Olimpico lo Scudetto a favore della Juventus, in cui l’ex presidente nerazzurro avrebbe chiesto ‘perché gli arbitri ce l’hanno con noi?’. Si è parlato anche del lavoro di spionaggio che l’allora presidente dell’Inter avrebbe imbastito nei confronti di Moggi sfruttando il capo di Security Telecom Giuliano Tavaroli e su cui, secondo l'ex designatore Bergamo, ci sarebbero state richieste di danni. Non solo, durante la trasmissione si è parlato anche di intercettazioni di Giacinto Facchetti, ex presidente Inter deceduto nel 2006, sia con il vicepresidente federale Innocenzo Mazzini per un certificato riguardante il difensore Andreolli sia con il designatore Bergamo in relazione alla designazione dell’arbitro Bertini per una partita dei nerazzurri. A difendere Facchetti è intervenuto il figlio negando ogni addebito.

Tra le telefonate incriminate e mandate in onda anche quella tra il presidente della Federcalcio Franco Carraro e il designatore Paolo Bergamo prima di un Inter-Juventus del 28 novembre 2004. Arbitro designato Rodomonti. “Io dico guardi che se ci fosse Collina non sarebbe un problema perché se sbaglia Collina nessuno dice niente. Rodomonti è un arbitro che non ha una grande reputazione… per carità di dio se va Rodomonti e sbaglia contro l’Inter succede un casino”, le parole di Carraro al designatore. Nella puntata di Report anche una intervista a Massimo Cellino, all’epoca presidente del Cagliari, il quale ha svelato un incontro con Silvio Berlusconi che aveva deciso di candidarlo in politica per il ruolo di presidente della Regione Sardegna. E qui si lascia intendere un certo potere di Moggi sugli arbitri: “Un presidente di calcio non deve entrare in politica dissi a Silvio - le parole di Cellino - All’epoca ricevevo arbitraggi devastanti, tre partite perse in fila. Vado a casa di Berlusconi e con lui c’è Pisanu. Gli dico, per prima cosa gli arbitri. Mi stanno massacrando. E lui guarda Pisanu e gli dice ‘Ministro, chiami Carraro e dica che gli arbitri devono essere giusti con il Cagliari’, e Pisanu risponde ‘No no, chiamo Moggi che è meglio’. Berlusconi è sbiancato”. Moggi si è difeso così “Sarà stata una battuta di Cellino, io non avevo certi poteri”.

Moratti: “Volgarità”

Insomma, la tesi di Moggi è chiara: all’epoca tutti facevano così. Compresa l’Inter, che avrebbe beneficiato delle sanzioni inflitte alla Juventus, cioè revoca di due Scudetti e retrocessione in Serie B, nonostante intercettazioni mai prese in esame durante le indagini. Moggi è sicuro che oltre alla Juventus si sarebbe poi passati ad indagare anche sull’Inter, tesi poi confermata dall’ex procuratore della Repubblica di Napoli Lepore, ma ciò non accadde. L’Inter non è mai stata pulita secondo Moggi. La replica non è tardata ad arrivare, ed è stato l’ex presidente Moratti in persona a rispondere intercettato dai giornalisti di Fcinter1908.it: “C’è la volontà di mettere tutti sullo stesso piano, cioè mettere alla pari due situazioni diverse. E quando sei accusato da chi non si è comportato bene dà fastidio - la difesa dell’ex patron - Ci sono piccole bugie, non so se perdonabili, e una mancanza di classe totale. Una notevole volgarità. Avrei dovuto chiedere i danni in passato? Sì, ho sbagliato a non essere più aggressivo”. Sono passati diciassette anni e oltre 30 ricorsi bianconeri non andati a buon fine, ma la polemica non si placa. Anzi, Moggi vuole proprio riaprirla definitivamente.

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