Nel 2019 l'International Football Association Board (IFAB), massimo organismo riguardo le regole del gioco del calcio, ha deciso di consentire ai portieri di avere solo un piede (o, meglio, una parte di esso) sulla linea di porta quando devono opporsi a un rigore. Il cambiamento è avvenuto in seguito alle richieste degli stessi n°1, che in precedenza dovevano invece tenere entrambi i piedi sulla linea di porta fino al momento in cui il pallone veniva calciato.
Secondo uno studio scientifico condotto in Brasile e pubblicato su Scientific Reports la nuova regola è andata proprio a tutto vantaggio dei portieri: non per un fattore psicologico (elemento comunque spesso fondamentale nel tiro dagli 11 metri), ma per una questione di biomeccanica.
Test con portieri professionisti e dilettanti
L’originale lavoro si è basato su una serie di test condotti presso il Laboratorio di Biomeccanica e Controllo Motorio della Scuola di Educazione Fisica e Sport dell'Università di San Paolo di Ribeirão Preto (EEFERP-USP), con il coinvolgimento di sei portieri professionisti e quattro dilettanti.
Ciascun portiere ha eseguito 20 tuffi, dieci sul lato dominante (cioè della mano utilizzata di preferenza) e dieci sul lato non dominante, rispettando sia la vecchia che la nuova regola sul posizionamento dei piedi. Il risultato? Applicando la nuova regola, cioè tenendo un solo piede sulla linea bianca, i portieri si sono tuffati più lontano e più velocemente.
Ogni tuffo replicato in 3D
Oltre a utilizzare speciali piastre per misurare la forza e l'impulso esercitati dagli arti inferiori dei portieri, i ricercatori brasiliani hanno analizzato i tuffi con una tecnologia di motion capture usata dai produttori di videogiochi e dai registi per tradurre il movimento in animazione 3D. "Ogni tuffo è stato così ricostruito al computer e abbiamo misurato i parametri cinematici e biomeccanici per analizzare le prestazioni di spinta del portiere, compresi l'angolo e la velocità", spiega Paulo Roberto Pereira Santiago, coordinatore dello studio e professore all’EEFERP-USP. “Abbiamo tra l’altro riscontrato valori maggiori nei tuffi sul lato non dominante rispetto a quello dominante: questo era tuttavia prevedibile, perché i portieri destri si tuffano meglio con la gamba sinistra come gamba d'appoggio o di spinta”.
Le conclusioni a cui sono arrivati i ricercatori brasiliani paiono inoltre essere confermate dalle statistiche sportive, che registrano un aumento della percentuale di rigori parati dai portieri da quando è avvenuto il cambiamento di regola, servito anche a ridurre i casi in cui il penalty deve essere ripetuto per scorretta posizione del n°1.