Lisbona, 11 aprile 2023 - Risorge l’Inter a Lisbona. Evidentemente le coppe sono terreno maggiormente fertile per la squadra di Inzaghi che trova a Lisbona il Limo per costruire un raccolto utile in vista del ritorno di San Siro di settimana prossima.
E’ zero-due al Da Luz con la zuccata di Barella a inizio ripresa e il rigore di Lukaku nel finale a cementare il risultato. Il doppio vantaggio regala qualche serenità in più a Inzaghi che ora cercherà di riprendere la marcia anche in campionato contro il Monza. Intanto c’è un bel mattone sull’approdo alle semifinali che andrà confermato tra otto giorni, ma la squadra del tecnico piacentino ha mostrato quella compattezza e quella qualità che dentro ai confini italiani spesso è mancata. Una metamorfosi.
Primo tempo equilibrato, ma meglio l'Inter
Inzaghi conferma le indiscrezioni della vigilia, in difesa il perno è Acerbi con Darmian braccetto, Brozovic regista di centrocampo, in fascia Dumfries e Dimarco, in avanti ci sono Dzeko e Lautaro. Benfica con Morato al posto dello squalificato Otamendi, davanti c’è Ramos supportato da Joao Mario, Aursnes e Rafa Silva. Buon approccio dell’Inter che inizia pressando alto il Benfica trovando ampiezza sulle fasce e buone trame di gioco. Non ci sono vere e proprie occasioni ma il gioco dei nerazzurri è fluido e convincente mentre i portoghesi appaiono maggiormente spaesati. Sale la pressione del Benfica dal 15’ in avanti, inibendo meglio la manovra nerazzurra più costretta al lancio lungo rispetto all’avvio. La partita resta equilibrata e nessuna delle due formazioni dà la sensazione di poter sfondare, anche se è l’Inter ad avere le migliori potenziali chance da rete. Ad eccezione di un destro di Rafa Silva da dentro l’area dopo una errata respinta di Dimarco, l’Inter riesce ad impossessarsi con facilità della metà campo avversaria ma non sfrutta un paio di ripartenze interessanti con Lautaro impreciso due volte nel passaggio chiave. Acerbi ci prova allora da lontano ma la palla sorvola di poco la traversa con Vlachodimos proteso in tuffo. Nel finale di tempo ancora l’Inter si dimostra più convincente, prima con un lancio in profondità di Barella che Dzeko non aggancia per poco, poi con un cross al volo di Dimarco con Lautaro che non coglie l’appuntamento col pallone a centro area. Non ci sono gol nel primo tempo ma ai punti si potrebbe dire che l’Inter si è espressa meglio e con maggior continuità, e c’è da tenere in conto anche un po’ di tatticismo in un doppio confronto che si deciderà sui dettagli e, di conseguenza, quella sana prudenza che porta i tecnici a prediligere l’equilibrio piuttosto che un attacco scriteriato e privo di marcature preventive.
Bastoni per Barella, che gol. Lukaku su rigore a chiudere
Non ci sono cambi in avvio di ripresa, segno che tutto sommato i tecnici hanno apprezzato. Il Benfica sembra approcciare la ripresa con buon piglio, asserragliando per due minuti l’area nerazzurra, ma è un fuoco di paglia. Infatti passa l’Inter poco dopo, quando c’è una buona costruzione dal basso per creare superiorità tra le linee dove si infila Bastoni, in versione mezzala, che disegna un cross perfetto per lo stacco imperioso di Barella a centro area: 0-1 al 52’.
Il Benfica reagisce più di orgoglio che di idee, ma ha quasi subito una tripla occasione a pochi passi dalla porta su centro di Joao Mario, ma l’Inter si salva con Dumfries sulla linea e poi con Bastoni a contrasto su Ramos rischiando qualcosa ma cavandosela egregiamente. Allo scoccare dell’ora di gioco Inzaghi sceglie Romelu Lukaku, Joaquin Correa e Robin Gosens per Edin Dzeko, Lautaro Martinez e Federico Dimarco: servono forze fresche. Schimdt opta per Ruben Neres con lo scopo di dare brio ad un attacco troppo statico, non ci riuscirà. L’Inter però trova spazi in ripartenza e mette in moto i cavalli da contropiede con Barella che apre per Correa il quale assiste Mkhitaryan, ma Vlachodimos mura tutto in uscita. Il Benfica attacca e si scopre e anche se l’Inter è stanca riesce ad addomesticare bene la contesa e a sfruttare il contropiede. C’è uno straordinario Barella che è ovunque, in difesa a rubare palla e in attacco a concludere: palla a lato con una conclusione dal limite. Lo schema a sovraccaricare un lato per aprire spazi a Bastoni paga dividendi anche al 77’ con una azione fotocopia del gol, ma stavolta Dumfries trova due volte il miracolo di Vlachodimos sia sul colpo di testa sia sulla ribattuta di sinistro. Sul prosieguo dell’azione, però, Joao Mario va in contrasto con il braccio largo su cross di Dumfries, l’arbitro Oliver non ravvede irregolarità ma viene richiamato dal Var per l’on Field review: rigore. Lukaku trasforma con freddezza: 0-2 al minuto 82. I tremila nerazzurri prendono spazio nel silenzio del Da Luz con cori e tifo assordante.
Il Benfica, tramortito, sembra non trovare le energie per reagire, un gol basterebbe per riaprire la sfida non contando più le reti in trasferta, ma su un traversone alle spalle di Dumfries arriva Gilberto che per poco non trova l’eurogol di contro balzo. C’è ancora partita. L’Inter prova a chiudere definitivamente i giochi all’86’ con la fuga di prepotenza di Dumfries per l’inserimento di Gosens, il famoso da quinto a quinto, ma il tedesco è troppo in anticipo e non riesce a coordinarsi per il tris. Inzaghi va in gestione, dentro anche D’Ambrosio per il finale di gara assieme a De Vrii per togliere ancora più ritmo al Benfica, con l’Inter che non concede nulla salvo poi sbagliare un facile contropiede spalancando la porta a Ramos che spara il diagonale al 94’ con Onana che cementa il risultato. L'errore poteva costare caro ma è andata bene. L’Inter passa dunque a Lisbona con due gol di vantaggio mettendo un bel mattone sulla qualificazione: al Benfica ne serviranno tre al ritorno. E’ riscatto nerazzurro.