Sacramento (Stati Uniti), 27 ottobre 2015 – Nuova stagione, nuova squadra e, per forza di cose, nuovo Marco Belinelli. Nuovo nel ruolo (più importante), nella maturità (è cresciuto ancora) e nelle aspettative (lui vuole volare ai playoff dopo aver assaporato la gioia della conquista dell’anello, nel giugno del 2014, con San Antonio). V
ecchio (nel senso che non è cambiato da quando nel 2007 lasciò San Giovanni in Persiceto per volare negli States) per l’atteggiamento, per l’approccio, per la tranquillità.
La stagione di Beli comincerà con il confronto interno con i Los Angeles Clippers, poi i Lakers del suo mito Bryant e ancora i Clippers. Dove gioca il suo amicone Chris Paul. Marco Belinelli, dopo due stagioni con la maglia di Golden State, una a Toronto, due a New Orleans, una a Chicago e le ultime due a San Antonio, nel Texas, non ha paura di nulla.
“Sono veramente felice di essere qui – racconta -. Felice perché so di avere un ruolo importante. Felice perché sta crescendo, giorno dopo giorno, l’intesa con George Karl, un allenatore del quale ho massimo rispetto”.
I Kings nella passata stagione hanno vinto solo 29 partite. Negli anni precedenti non è andata molto meglio alla squadra di Sacramento. L’obiettivo di Beli, però, non è semplice perché è doppio. Vincere più gare. Vincerne talmente tante da portare i Kings ai playoff.
“Non sarà facile – commenta – lo sappiamo. E vedo tanto scetticismo attorno a noi. Questo, in fondo, mi piace. Mi piace essere messo in discussione. Andare controcorrente. Dover dimostrare ancora una volta qualcosa. L’ho fatto in passato, l’ho farò anche in questa occasione”.
Così maturo, paradossalmente, da sembrare “vecchio”, a dispetto dei suoi 29 anni. “Vecchio? Ma stiamo scherzando? Mi sento giovane, come sempre. Anche se il mio ruolo è cambiato. Lo vedo dai volti dei miei compagni. Sono uno dei pochi ad avere vinto in questa nuova squadra. Penso di poter trasmettere, io come Rondo, qualcosa al gruppo. Credo che mi abbiano voluto anche per questo. E’ un ruolo che va al di là di quello che farò in campo. Un lavoro che andrà fatto in profondità, anche nello spogliatoio”.
E’ agevolato, Marco. E’ lo stesso ruolo che, di fatto, ha ricoperto in Nazionale, in occasione degli ultimi Europei. “E’ vero – conclude Marco – questo mi dà un bel vantaggio. Poi sono arrivato carico negli States, già pronto per mettermi in discussione. Il precampionato è andato piuttosto bene. Ma sono il primo a sapere che il precampionato non conta nulla. Adesso si ricomincia a fare sul serio”.
E per cominciare nel migliore dei modi, pur avendo il massimo rispetto per Chris Paul, Marco vorrebbe iniziare facendo un bello scherzetto (è anche il periodo adatto, in fondo) al suo ex compagno di squadra ai tempi della prima stagione a New Orleans.