Bologna, 11 giugno 2021 – La Virtus Segafredo Bologna chiude i conti al primo match point e alza al cielo il sedicesimo scudetto della sua storia dopo aver battuto l’Armani AX Milano 73-62. Un successo che vale il clamoroso punto del 4-0 nella serie finale e che mantiene intonsa la casella sconfitte dei felsinei in questi playoff. La reazione d’orgoglio di una Milano apparsa in leggera ripresa soprattutto nel primo tempo non è però bastata per evitare la sconfitta, perché dopo l’intervallo la Virtus ha nuovamente eretto quel muro difensivo che ha fatto le sue fortune nelle precedenti tre gare della serie e ha tenuto i meneghini –a soli 19 punti segnati nei secondi 20’ di gioco. Una montagna troppo difficile da valicare per una Milano che alla lunga ha ancora una volta accusato un deficit fisico e di lucidità come dimostrano anche le 13 palle perse nel secondo tempo e il 5/21 da tre. A dir poco preziosi sul fronte virtussino sono stati invece anche i contributi forniti da uno strepitoso Alessandro Pajola – vera anima del motore bianconero con i suoi 8 punti, 5 rimbalzi, 4 assist e 7 palloni recuperati – e da Marco Belinelli (15 punti) e Kyle Weems (14 punti con 4/6 da tre). Palma di MVP delle finali, invece, per Milos Teodosic che anche questa sera, pur avendo dovuto fare i conti con i falli, si è reso protagonista di giocate chiave. Niente da fare invece per l'Olimpia che, dopo una stagione condotta da protagonista anche in Europa, si è spenta sul più bello, soffocata dallo strapotere di una Virtus arrivata invece all'appuntamento finale in perfette condizioni atletiche e mentali.
Primo tempo
Dopo un avvio equilibrato, l’Armani, speculando su qualche errore al tiro di troppo della Virtus, cerca di alzare i ritmi e l’intensità e affidandosi a Datome piazza un break di 9-0 che la porta a +8 (9-17) costringendo Djordjevic al timeout. Minuto di sospensione da cui Bologna esce con piglio rinnovato: la risposta è un 5-0 firmato da Hunter e Pajola che vale il -3 interno (14-17). Belinelli manca addirittura l’aggancio e dall’altra parte Punter punisce la sua ex squadra con cinque punti in fila che rilanciano le quotazioni di una Milano che però chiude il primo quarto con soli cinque punti di vantaggio (19-24). Il ritorno in campo dei bianconeri è positivo e porta in meno di 2’ al -2 griffato da Pajola che poi, dopo il timeout chiamato da Messina, mette la firma anche sull’assist per Alibegovic che pareggia i conti a quota 27. Le briglie della Segafredo si sciolgono e in transizione Weems fa esplodere l’urlo della Segafredo Arena con la bomba del sorpasso. Il parziale bianconero, approfittando delle sei palle perse consecutive di Milano, si allarga così fino al 13-0 (32-27). A tamponare l’emorragia ci devono quindi pensare Datome prima e Shields poi che aprono il controbreak dell’Olimpia che sfrutta un bonus troppo presto raggiunto da Bologna (due falli per Markovic, Pajola e Teodosic) e piazza un 7-0 che la riporta in testa (32-34). Con le unghie, i denti e tanti viaggi in lunetta, i biancorossi riescono a tenere il vantaggio fino al suono della seconda sirena (41-43).
Secondo tempo
Dagli spogliatoi esce meglio la Virtus che, trascinata da Weems e da un Pajola tarantolato in entrambe le metà del campo, rimette la testa avanti sul 48-45 ma Milano - in un frangente in cui ad avere la meglio sono le difese - regge l’urto grazie a Hines e a 1’45” dall’ultimo mini-intervallo è a una sola lunghezza di ritardo dai bianconeri (52-51). Punter prima e Rodriguez poi mancano addirittura la zampata del sorpasso e così la tripla allo scadere di quarto di Teodosic ha un gusto amarissimo per gli ospiti che a 10’ dalla fine si ritrovano a -4 (51-55). A inaugurare il quarto quarto è un altro siluro dall’arco, questa volta di Belinelli che fa infuriare Messina e lo costringe al timeout. La reazione di Milano, che fatica terribilmente nel tiro da fuori, è ancora affidata a Kyle Hines che in tandem con Rodriguez accorcia il divario a un solo possesso. I rimbalzi offensivi di Gamble così come la ritrovata pressione difensiva sono preziosi per aiutare la Virtus a prendere in mano l’inerzia del match in maniera decisiva, al cospetto di un’Olimpia che invece va sempre più in confusione in attacco e a 4’24” dalla fine, sulla tripla di Weems, sprofonda a -10 (66-56). Con la forza della disperazione più che con l’organizzazione, l’Armani tenta di ricucire nuovamente lo strappo, ma è oramai troppo tardi perché la Virtus ha già le mani sulla partita e sullo scudetto, raggiunto anche grazie ai sigilli finali di Markovic e soprattutto di Ricci che la chiude con la tripla dall’angolo.
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