Roma, 1 gennaio 2023 - Il momento a cavallo tra il vecchio e il nuovo anno è quello perfetto per i bilanci: in particolare per il ciclismo, che in queste ore apre le porte a un'altra stagione che potrebbe essere quella del rilancio per il movimento azzurro. A sperarlo - senza troppa convinzione - è innanzitutto un fresco ex come Vincenzo Nibali.
I dettagli
Intercettato dai microfoni di Global Cycling Network, il siciliano è stato pungolato proprio su questo tema. "In questo momento non vedo corridori italiani che possano essere all'altezza delle corse a tappe. Magari per il futuro si potranno costruire mentalmente e fisicamente, ma per ora purtroppo è così".
Un parere molto autorevole quello di un Nibali che in carriera ha vinto tantissimo al punto da avere forse un solo rimpianto, insieme all'oro olimpico sfuggito a Rio 2016. "Ho partecipato diverse volte alla Liegi-Bastogne-Liegi, una corsa che, così come il Giro di Lombardia, mi piaceva tanto: c'è ancora un po' di rimpianto per non averla mai vinta nonostante ci sia andato molto vicino, ma nella vita bisogna sapersi accontentare".
Il siciliano torna sul (dolente) tasto del ciclismo italiano. "Ci sono molti corridori che possono far bene nelle Classiche: penso a Filippo Ganna, che in pista ha vinto tutto e ora magari potrebbe concentrarsi sulla caccia a una Monumento. Stanno crescendo anche Andrea Bagioli e Samuele Battistella, che devono migliorare, in particolare il secondo, nella grinta. Poi c'è Giulio Ciccone - continua Nibali - che deve imparare a concretizzare di più". Infine un commento sugli avversari più temibili. "Nelle corse a tappe sicuramente Chris Froome e Alberto Contador, mentre in quelle di un giorno dico Alejandro Valverde".
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