Roma, 5 aprile 2023 - Chiamarla corsa minore è molto riduttivo, ma anche quest'anno la settimana nelle Fiandre riserva una giornata solo per i velocisti: lo Scheldeprijs 2023, non a caso, incorona la stella di Jasper Philipsen, lo sprinter più forte di questa prima parte di stagione.
La cronaca
Il belga si è assicurato con una volata senza appello l'edizione numero 111 della corsa fiamminga battendo Sam Welsford (terzo nel 2022) e Mark Cavendish, al primo podio del 2023 dopo un inizio di annata praticamente da dimenticare. Capitolo italiani: il miglior azzurro al traguardo è stato Giacomo Nizzolo, decimo, mentre Matteo Moschetti si è praticamente rialzato negli ultimi metri. Per Philipsen si tratta del successo numero 4 in stagione, nonché il numero 27 in carriera e, soprattutto, si tratta dell'ennesima conferma della propria abilità nelle corse di un giorno: anche quelle che contengono qualche difficoltà altimetrica o planimetrica. Nel menù odierno c'era infatti qualche tratto in pavé: nulla che abbia spaventato i fuggitivi del mattino, tra i quali spiccavano gli italiani Giulio Masotto e Filippo Ridolfo. Questo drappello viene controllato senza troppi problemi dal gruppo, che sferra l'accelerata buona quando al traguardo mancano circa 50 km: il vantaggio dei battistrada, sempre fisso intorno ai 3', crolla fino a rimanere di una manciata di secondi. Non solo: il drappello degli attaccanti si dimezza di diverse unità ma, paradossalmente, proprio in questo momento riesce a tirare fuori il meglio per resistere all'inseguimento del plotone principale, tirato da Soudal Quick-Step e Alpecin-Deceuninck. Nel primo caso c'è Tim Declercq che lavora per Fabio Jakobsen, mentre nel secondo addirittura Mathieu Van Der Poel all'opera proprio per Philipsen per un asse che si è rivelato già vincente in questa prima parte di stagione. E così è anche oggi, ma non prima di aver ripreso gli attaccanti del mattino ad appena 5 km dal traguardo.
'Segnali' dal cielo per Van Der Poel
Archiviata quella che per i suoi standard è stata vissuta quasi come una sgambata ad alta velocità, chiusa con le vesti di gregario per il proprio capitano di giornata, i pensieri di Van Der Poel si fiondano immediatamente alla Parigi-Roubaix 2023, in programma domenica 9 aprile. L'olandese, l'unico a tenere - più o meno - il passo di Tadej Pogacar al Giro delle Fiandre 2023, sembra l'uomo da battere nell'Inferno del Nord: magari lo è a maggior ragione dopo il 'regalino' piovuto dal cielo sul suo casco a opera di un piccione. Si dice che sia un ottimo segnale: è ciò che sperano il figlio e nipote d'arte e i suoi sostenitori, ma non quelli italiani, che sognano l'acuto nel velodromo di Filippo Ganna per ridare smalto e lustro al ciclismo azzurro dopo un periodo piuttosto buio. Il piemontese in effetti sa già come si fa: per lui il successo nel 2016 della Parigi-Roubaix Espoirs, quella dedicata agli under-23. Senza contare la presenza in squadra di Dylan Van Baarle, il vincitore della scorsa edizione.
Leggi anche - Napoli, il bluff di De Laurentiis sul rinnovo di Kvaratshkelia GIUSY ANNA MARIA D'ALESSIO