Roma, 11 aprile 2023 - Dalle stelle alle stalle: il contesto è quello della Parigi-Roubaix e il protagonista è Dylan Van Baarle, che nell'arco di un anno ha visto il destino proporgli il meglio e il peggio.
La caduta e le conseguenze
Nel 2022 l'olandese, che all'epoca militava ancora nella Ineos Grenadiers, fu protagonista di una vittoria a dir poco inattesa coronata da un arrivo in solitaria nel velodromo della città francese: alle sue spalle, a distanza di sicurezza, Wout Van Aert e Stefan Kung, due che nel 2023, con le rispettive proporzioni, hanno deluso le aspettative. Non è andata meglio allo stesso Van Baarle, che ha lasciato la corsa senza avere neanche la possibilità di difendere il titolo vinto l'anno precedente, che almeno è rimasto in casa Olanda grazie all'acuto strepitoso del connazionale Mathieu Van Der Poel: per il classe '92, oggi compagno di squadra proprio di Van Aert nella Jumbo-Visma e quindi probabilmente comunque senza grosse ambizioni di vittoria, domenica una caduta rovinosissima alle porte della Foresta di Arenberg che ha avuto conseguenze pesantissime per il prosieguo della stagione (e non solo). Per Van Baarle una frattura alla mano, un'altra alla spalla (per la precisione alla scapola) e una parte del volto totalmente devastata dal forte impatto con il fondo duro del pavé. Per il momento è ovviamente ancora presto per parlare di tempi di recupero: di certo l'olandese non potrà prendere parte all'Amstel Gold Race 2023, la prossima gara che era stata apposta da tempo nella sua tabella di marcia.
La dinamica
Se c'è una caratteristica che non manca ai corridori essa è l'autoironia, alla quale si aggiunge una sempre presente capacità di analizzare con lucidità le situazioni: proprio come fa un Van Baarle ancora ammaccato nel corpo e nello spirito. "Ho visto davanti a me Fred Wright con la gomma posteriore bucata: speravo riuscisse a restare in piedi, ma purtroppo ha perso l'equilibrio e io, nel giro di pochi secondi, mi sono ritrovato addosso alla sua bici, finendo quindi a terra". L'olandese comunque, al netto della delusione e dei problemi fisici, preferisce vedere il bicchiere mezzo pieno. "Per com'è stata la dinamica direi che sto bene. L'anno scorso il giorno dopo la corsa mi sono risvegliato con il mal di testa per i troppi festeggiamenti: stavolta è successo lo stesso ma in un ospedale e con la faccia ancora sanguinante. A tal riguardo - conclude Van Baarle - ricordo che i dottori volevano ricucire le tre ferite sul mio volto, mentre i sanitari della mia squadra hanno detto che si potevano incollare". Al di là di questi dettagli al limite dello splatter, curiosamente si noterà che a innescare l'incidente sia stato Wright, l'uomo che (involontariamente) eliminò Primoz Roglic dalla Vuelta 2022: in quel caso tra i due ci furono poi delle polemiche a distanza, mentre stavolta il tutto sembra essere solo figlio del caso e delle tante difficoltà proposte dall'Inferno del Nord.
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