Bologna, 24 dicembre 2020 – Quasi un anno di squalifica per Dylan Groenewegen, varie fratture per Fabio Jakobsen che ha rischiato la vita e ha passato giorni in terapia intensiva. Il brutto incidente nella volata del Giro di Polonia tra i due olandesi ha impattato non solo sul futuro agonistico dei due, ma anche nelle loro vite private. Jakobsen prova a risalire in sella con tutte le paure del caso, dopo tantissime fratture anche al viso, Groenewegen fa i conti con la sua coscienza, gli insulti e la squalifica.
Ho rischiato di morire
Il velocista della Deceuninck Quick Step dopo tanti mesi ha deciso di parlare per la prima volta dell’accaduto, raccontando i drammatici momenti subito dopo la caduta. C’era sangue ovunque e il compagno Senechal lo ha salvato: “Gli spettatori non hanno fatto nulla dopo la caduta, erano troppo impressionati – ha affermato a Thijs Zonneveld, come riporta Cycling News – Senechal invece mi ha salvato, ha notato che stavo soffocando nel mio stesso sangue, ha visto il panico nei miei occhi e mi ha alzato un po’ la testa. Dopo mi sono calmato ma sono stato fortunato che Dirk Tenner, medico della Uae, sia arrivato per prestarmi soccorso. Per due giorni non mi ricordo nulla di quello che è successo, ricordo solo i giorni in terapia intensiva con la paura di morire, i tubi in gola, ma al terzo giorno, essendo ancora vivo, ho cominciato a pensare che me la sarei cavata”.
Groenewegen mi ha scritto
Resta freddo invece il rapporto con Dylan Groenewegen, giudicato colpevole per la disastrosa caduta: “Mi ha scritto per chiedermi come stavo e per incontrarmi, ma non sono pronto per questo. Capisco che la sua anima sia pesante e che stia ricevendo tanti insulti, ma non voleva questo. Tutto questo è ridicolo, ci sono tante persone dietro alle tastiere che lo stanno insultando e spero che presto potremo lasciarci tutto questo alle spalle. Per ora sono concentrato sul mio processo di guarigione, mi auguro di poter tornare presto e che lui torni a fare ciò per cui è bravo”.
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